Una benefattrice dimenticata: Santina Sangiorgi
La storia di Castel Bolognese è stata spesso nobilitata da munifiche donazioni di benefattori, appartenenti a famiglie più o meno illustri. Molti di essi, specie quelli più generosi, anche se oramai sconosciuti ai più, sono ricordati nella toponomastica castellana oppure hanno intitolato qualche istituto. Altri benefattori, invece, sono del tutto dimenticati e tale destino, paradossalmente, è toccato in particolar modo a quelli più vicini a noi del tempo.
E’ il caso di Santina Sangiorgi Dal Prato, che lasciò la maggior parte delle sue sostanze per opere benefiche. Siamo nel 1939, “solamente” 70 anni fa. Il suo gesto fece notizia, e anche i giornali dell’epoca ne parlarono.
Ecco cosa scriveva Il Corriere Padano di giovedì 2 marzo 1939, pag. 7:
Il Corriere Padano, 2 marzo 1939
Cospicui lasciti
ai nostri istituti di beneficenzaSiamo informati che la signora Santina Sangiorgi ved. Dal Prato, defunta la notte scorsa alle ore 1, con sue disposizioni testamentarie, dando una tangibile prova di affetto e di generosa ricordanza al nostro paese, ha legato, pel tramite della Chiesa Arcipretale di San Petronio, la maggior parte delle sue sostanze a beneficio delle Istituzioni di assistenza e beneficenza locali.
Il Podestà, ha esternato ai congiunti della munifica donatrice i sentimenti della sua più viva gratitudine e quelli dell’intera cittadinanza ed ha pubblicato un nobile manifesto esaltando le elette virtù della filantropica benefattrice.
Anche il Rettore dell’Arcipretale di S. Petronio, alla quale la buona e generosa signora Sangiorgi ha legato parte del suo patrimonio per decorosi e perpetui suffragi dell’anima sua, ha pubblicato un elevato manifesto col quale apprezza, con vivissima riconoscenza il gesto della munifica signora, ed invita la cittadinanza ad onorarne degnamente la venerata memoria partecipando ai funerali che hanno luogo stamane alle ore nove,
La popolazione ha giustamente apprezzato gli alti e nobili sentimenti di questa benefica concittadina il cui esempio rimarrà scolpito nel cuore di tutti.
Santina Sangiorgi era nata a Castel Bolognese il 3 maggio 1856, figlia di Girolamo e Colomba Ceroni. Nel 1883 sposò il ragioniere Giambattista Dal Prato (1), una persona piuttosto conosciuta in paese, che fu poi, per molti anni, esattore comunale. In occasione del matrimonio Dal Prato-Sangiorgi, lo storico Giovanni Emiliani scrisse un opuscolo(che secondo le sue intenzioni doveva essere il primo di una serie, ndr) dal titolo “Gli uomini illustri di Castel Bolognese”. L’Emiliani dedicò l’opera al Dal Prato definendolo “un ammiratore di tutte le cose che formano la gloria di questo Paese“.
L’unione fu allietata dalla nascita di tre figli maschi: Luigi, nato nel 1884, Mario, nato nel 1885 e infine Alberto, venuto alla luce nel 1889. La famiglia Dal Prato era sicuramente più che benestante, e i tre figli della coppia ebbero la possibilità di studiare. Luigi, ad esempio, dopo aver conseguito il diploma al Liceo Torricelli di Faenza, si laureò in Scienze Naturali all’Università di Bologna.
Una famiglia dapprima felice, ma poi perseguitata dal destino. La povera Santina dovette sopportare enormi dolori e vide morire prima il marito e poi tutti e tre i suoi figli. Giambattista morì nel 1920 a 64 anni, Mario nel 1925 a 40 anni, Alberto nel 1931 a 42 anni ed infine Luigi nel 1938 a 54 anni.
Santina sopravvisse pochi mesi all’ultimo figlio e morì il 1° marzo 1939 a quasi 83 anni. In occasione della messa di trigesima, il 1° aprile 1939, fu distribuita una memoria funebre, del cui testo si riporta un breve passo: “orbata anzi tempo di tutti i famigliari sopportò l’amaro distacco sorretta dalla speranza di rivederli nell’eterno soggiorno; conscia della prossima fine l’attese serena e tranquilla dotando con benefico gesto opere di cristiana pietà“.
Il nome di Santina Sangiorgi compare nell’elenco dei benefattori dell’Ospedale civile e dell’Asilo infantile. A quest’ultima istituzione, alla cui fondazione aveva contribuito fattivamente anche Giambattista Dal Prato nel lontano 1879, Santina Sangiorgi donò la casa sita in Borgo Carducci, n. 61 e lire diecimila in cartelle del debito pubblico per i lavori di sistemazione della casa stessa affinchè fosse destinata a sede dell’Asilo. La cosa si realizzò solo nel 1955, una volta ricostruito il fabbricato (su progetto del geom. Luigi Frontali) nei cui locali fu trasferito l’Asilo, che in tale sede rimase fino al 1996. A partire del 1999, dopo alcuni lavori di restauro e di ampliamento, lo stesso edificio ospita il Museo Civico e il Centro sociale castellano.
Santina Sangiorgi, una benefattrice oramai dimenticata, riposa in una semplice tomba nel nostro cimitero assieme al marito e ai tre figli.
(1) Giambattista era il figlio primogenito di Francesco Dal Prato (esattore comunale prima che gli subentrasse il figlio) e di Maria Carpeggiani. Dopo Giambattista nacquero Antonio (1859-1945) che fu un valente medico e uomo politico, Filippo e Raffaele. Ad Antonio è intitolata da qualche anno la via Dal Prato, nella zona di Castelverde.
Andrea Soglia
Contributo originale per “La storia di Castel Bolognese”.
Per citare questo articolo:
Andrea Soglia, Una benefattrice dimenticata: Santina Sangiorgi, in https://www.castelbolognese.org
Lascia un commento