Ricordo di Maria Utili
E’ scomparsa all’età di 94 anni Maria Utili, la figlia di ‘mastro Nicola da Castelbolognese’. Da oltre quarant’anni abitava a Cervia, città d’origine del marito Olindo, ma aveva sempre tenuto vivo il legame con “la sua Castello”. Si deve principalmente a lei, infatti, la valorizzazione della figura e delle opere del celebre liutaio.
Maria, insieme al fratello Poliuto (da anni emigrato a Lima), dispose la donazione al Comune di tutti gli attrezzi della liuteria costruiti dal padre; il modellino della scala meccanica sulla torre cittadina e di ristrutturazione di palazzo Mengoni; i diplomi e documenti di varia natura, conservati oggi in municipio e al museo Civico.
Chi ancora ha memoria degli anni castellani di Maria Utili, ne ricorda la solare determinazione, la passione per la musica – era anche diplomata in pianoforte – e il lavoro come maestra all’asilo Camerini. Assunse l’incarico di direttrice dopo Ofelia Gamberini, a novembre 1946; aveva esperienze di servizio all’Istituto Baracca di Loreto e l’asilo Principessa Mafalda di Bolzano e un diploma magistrale all’Istituto S. Vincenzo de Paoli di Bologna. Insegnò all’asilo infantile castellano per una decina d’anni, fino alla sua nomina di direttrice all’Asilo di Massalombarda, a seguito di un concorso.
Aperta e innovativa nella didattica, lasciò un’impronta leggiadra sui bambini del dopoguerra, in un paese ridotto a un cumulo di macerie. “Entravamo all’asilo dal cancelletto su via Gambarelli – ricorda ancora un’ex alunna – ; lei ci aspettava sulla porta e ci accoglieva sempre sorridente. Tutti noi eravamo affascinati dalla maestra che suonava il piano e che ci faceva fare teatro: non recitavamo le solite favole, ma spettacoli ideati da lei e davvero molto moderni per quei tempi”.
Una donna indipendente, attenta ai fermenti culturali postbellici, e anche impegnata nell’Azione cattolica e nel Cif, Centro italiano femminile, di cui fu presidente intorno agli anni ’50.
“Teneva banco ai dibattiti e partecipava anche alle riunioni a Ravenna – racconta Pierina Martelli, chiamata dalla Utili ancora giovanissima a ricoprire l’incarico di segretaria del Cif -. In quegli anni ci incontravamo nello spazio accanto alla canonica che l’arciprete (poi monsignor) Sermasi aveva messo a disposizione della comunità in particolare per le attività della gioventù. Maria Utili guardava con interesse alle evoluzioni socio-culturali di quell’epoca; era una bella donna, truccata, vestita con colori accesi, dalla voce forte e una dialettica che metteva quasi soggezione. Poi, parlava sempre del padre”.
Ultimamente viveva di ricordi paterni e castellani: “saremmo tornati presto a trovarla – aggiunge Angelo Minarini, amico e storico vicino di casa degli Utili – anche per riprendere il suo entusiasmo per la nostra idea di ridare presto quel film che girammo a cinque anni dalla morte di Nicola”.
Nello stesso 1967 Maria dispose “il primo lascito con il sindaco Nicodemo Montanari – dice Valentino Donati, responsabile del museo Civico, mostrando un articolo d’epoca – quindi, ne seguirono altri nel 1997, 2001 e 2003. Lei c’era sempre agli eventi dedicati al padre: il concerto al Moderno per il centenario della nascita nell’88, quello in Sala consiliare dieci anni dopo; nel 2004 la presentazione del libro sulla liuteria, tratto dagli scritti di Nicola Utili. Per questo – spiega – mi sarei aspettato una maggiore attenzione da parte della cittadinanza e del Comune per la morte di un’illustre cittadina”.
Maria era vedova da 5 anni e senza figli: “in questi giorni -annuncia il nipote Luigi- apriremo il testamento dove credo la zia abbia espresso volontà di donare due quadri al museo di Castel Bolognese”.
Daniela Malavolti
Testo già pubblicato su Sette Sere del 9 gennaio 2010 ed integrato dall’autrice con ulteriori informazioni biografiche per il sito castelbolognese.org; fotografia di Angelo Minarini.
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