L’infermiere Luigi Pini e la maestra Teresa Balbi, per tanti decenni al servizio dei vecchi castellani
di Andrea Soglia
Ricordiamo insieme queste figure molto note nel vecchio Castello perché, nel Dopoguerra, già in età adulta, lui vedovo da molti anni e lei nubile, si sposarono e trascorsero assieme gli ultimi anni della loro vita.
L’infermiere Pini era nato a Brisighella l’1 giugno 1894. Fu nominato primo infermiere presso l’Ospedale di Castel Bolognese a partire dal 6 ottobre 1924. Durante i lunghi mesi della sosta del fronte alle porte di Castel Bolognese fu impegnatissimo nell’assistenza dei feriti e dei malati che erano stati ricoverati alla meglio nelle cantine dell’Ospedale. Le esigenze di servizio costringevano Luigi Pini ad uscire di tanto in tanto dalla cantina e la mattina del 31 gennaio del 1945, mentre si trovava all’esterno per vuotare i vasi da notte di alcuni degenti, fu colpito da una scheggia di granata (e da un sasso lanciato dalle granate) alla regione parietale sinistra. Immediatamente soccorso, l’infermiere Pini finì per essere egli stesso ricoverato con la diagnosi di “ferita al cranio con fuoriuscita di materia cerebrale”. Fu “dimesso” l’8 marzo successivo: le sue condizioni erano notevolmente migliorate, ma permanevano delle difficoltà a parlare e ad esprimere il proprio pensiero. Come ricorda il maestro Tristano Grandi, portaferiti volontario, l’infermiere Pini “dovette ricominciare a leggere e a scrivere, perché non si ricordava più nulla; appena migliorò Rosalba Martini fu la sua insegnante”. Nel 1946, nonostante tutto, era già regolarmente in servizio.
Anche dopo la pensione (non ne conosciamo la data) continuò comunque a svolgere assistenza a domicilio ai castellani che necessitavano di iniezioni, clisteri, ed altro. Morì il 27 agosto 1972.
La sua figura è pressoché dimenticata, e quasi altrettanto lo è quella di Teresa Balbi, anche se in una recente pubblicazione “Economia, banca locale, fraternità” Carlo Galdini Villa ha scritto un bel ricordo della signora Balbi, per lunghi anni al servizio della locale Cassa rurale ed artigiana, rendendole in qualche modo giustizia. Riportiamo il testo integralmente:
“Una persona che merita di essere ricordata
Nelle varie pubblicazioni date alle stampe nelle commemorazioni del nostro Credito Cooperativo in cui sono evidenziati i cospicui meriti dei personaggi che hanno tenuto in vita la banca nei periodi di forzata limitazione della operatività (anni ’30-40), mai è stata nominata una persona che ha avuto un ruolo importante come collaboratrice di don Garavini e del Consiglio fino ai primi mesi del dopoguerra. Intendiamo ricordare la maestra Teresa Balbi, nata a Borello nel 1902 nel piccolo podere Laghetto.
Poté diplomarsi grazie alla sua forte volontà di acculturarsi e all’aiuto finanziario di una zia: a quei tempi gli studi si dovevano pagare. Rinunciando all’insegnamento per non allontanarsi dalla famiglia svolse varie attività caritative e di insegnamento privato.
Trasferitasi a Castel Bolognese nei pressi del Prato della Filippina, le fu chiesto di collaborare all’attività della Rurale. Don Garavini era un ottimo amministratore, ma per la sua difficoltà ad esprimersi e ad ascoltare aveva bisogno di qualcuno che con calma e pazienza lo assecondasse.
Angelo Sermasi, fratello dell’ arciprete mons. Giuseppe, ci ha testimoniato l’apprezzamento per il cospicuo e ordinatissimo lavoro della maestra Teresa. Anche la signora Ancilla Dari, […], affezionatissima socia della Banca di Credito Cooperativo, ci ha ricordato con tanta benevolenza la Signora Balbi come operatrice e amica.
Il volontariato, ora molto affermato a Castel Bolognese, è dunque un valore con radici molto ancorate nel tempo“.
Aggiungiamo anche che qualcuno la ricorda al servizio delle famiglie castellane che, in tempo di guerra, necessitavano di un aiuto nel disbrigo della corrispondenza con i loro ragazzi impegnati nei più lontani fronti: il tasso di analfabetismo era ancora molto alto, e non solo c’era difficoltà a scrivere una lettera, ma anche nel leggerla. Qualcun altro ricorda anche Teresa Balbi come abile dattilografa, sia a disposizione del Comune per saltuari lavori, sia a disposizione dei ragazzi che dovevano mettere in bella copia dattiloscritta la loro tesi di laurea. E come dimenticare la sua lunghissima collaborazione, ovviamente gratuita, con l’Associazione nazionale delle vittime civili di guerra della provincia di Ravenna? Teresa Balbi fu attivissima nel fiduciariato di Castel Bolognese per aiutare i tanti feriti e familiari dei caduti a redigere le domande di pensione e nel tenere i rapporti con l’ufficio centrale di Ravenna. Nominata poi lei stessa fiduciaria, si occupò fino a poco tempo prima della morte della riscossione della quota annuale dei numerosi soci, recandosi a casa altrui o ricevendo direttamente a casa propria. Anche lo scrivente, seppure molto piccolo, ricorda di aver conosciuto Teresa Balbi e di essere entrato nella casetta che si affacciava sul Prato della Filippina per accompagnare la propria mamma, anche lei ferita di guerra e associata all’ANVCG.
Teresa Balbi, che era nata a Castel Bolognese il 23 gennaio 1902, morì il 5 aprile 1978. Fu sepolta assieme al marito nel cimitero di Castel Bolognese.
Bibliografia:
-Archivio della Casa residenza Camerini, Carteggio 1946
-Archivio della Casa residenza Camerini, Spedalità 1944-1945
-Grandi, Tristano, Il servizio di Pronto Soccorso a Castelbolognese: 1944-1945, Castelbolognese, 1979
-Dal Pane, Eugenio (a cura di), Economia, banca locale, fraternità, Castel Bolognese, Itaca, 2004
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