La scomparsa della professoressa Zanelli
Addio “Tinetta”, una vita sotto il segno dei valori dell’humanitas
Un ricordo indelebile nella memoria di castellani e faentini
Faenza. Colpisce la scuola faentina la scomparsa improvvisa di Antonia Zanelli, tumulata lo scorso giovedì 15 febbraio [2001] nel Cimitero dell’Osservanza dopo il rito religioso.
Discendente da un’antica famiglia di Castel Bolognese, ove nacque il 26 maggio 1923, la “Tinetta” rivelò spiccate attitudini agli studi classici fin dagli anni in cui frequentava il “Torricelli” di Faenza. E’ sempre stata presente agli incontri con i compagni di Liceo, tra i quali il cardinale Achille Silvestrini, che continuano a mantenere viva la bella tradizione di ritrovarsi periodicamente.
Tinetta Zanelli, ancora giovanissima, abbracciò gli ideali del mazzinianesimo e dell’antifascismo coltivati in famiglia. A Castel Bolognese, dopo i gravi eventi dell’8 settembre 1943, il padre Oreste organizzava nella sua villa del fondo “Malvezza” incontri clandestini tra uomini di varia fede politica impegnati a costituire un comitato unitario a sostegno della lotta di liberazione; inoltre nascondeva militari alleati o perseguitati politici e ne favoriva gli spostamenti in collaborazione con il frate Samoggia, che operava con gli stessi intenti nel convento dei cappuccini. Tinetta s’impegnò nella trafila segreta compiendo missioni pericolose.
Dinamica e coraggiosa, conciliava gli studi con l’attività politica. Era solita raggiungere in bicicletta la sede dell’Università di Bologna (dove si laureò brillantemente in Lettere), quando non era possibile usufruire dei servizi pubblici a causa degli eventi bellici. Nel dopoguerra si presentò nelle liste del partito repubblicano, che sostenne al fianco di Spallicci e Macrelli in pubblici comizi ove il suo eloquio forbito non temeva la concorrenza. Lasciò poi la militanza politica per dedicarsi interamente alla scuola e alla famiglia.
La scuola media di Castel Bolognese nacque con lei, nel 1952, quando venne costituita come sezione staccata della “Lanzoni” di Faenza. In questa città Tinetta Zanelli si trasferì per sempre dopo il matrimonio con Guido Donati, suo collega nell’insegnamento di lettere.
Ha educato generazioni di giovani nella scuola media e, nell’ultimo periodo del suo servizio, al Liceo Scientifico “Severi”. Ottima latinista, insegnò con passione: i suoi allievi le riconoscevano una preparazione di ferro.
A Castel Bolognese vive nel ricordo di amici, scolari e delle sorelle Valeria e Silvana, vedova di Edmondo Fabbri.
A Castello e a Faenza lascia l’esempio di una fervida dedizione all’insegnamento, continuato in privato negli anni della pensione e di uno stile di vita sobrio, ispirato ai valori della cultura umanistica.
Stefano Borghesi
Testo tratto da Sette Sere del 17 febbraio 2001.
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