Francesca Budini, una lunga vita dedicata al lavoro
di Andrea Soglia
Una piccola lapide nel cimitero di Castel Bolognese ricorda, ai visitatori più attenti, la lunga vita dell’operaia Francesca Budini, dedicata quasi interamente al lavoro.
La Budini nacque a Castello il 27 settembre 1856, figlia di Innocenzo e Francesca Borghi, ed entrò ancora bambina, presumibilmente all’età di 9-10 anni circa, alle dipendenze della Ditta Santandrea, che si occupava di commercio di stracci, cascami, metalli e affini. Una straordinaria longevità lavorativa, sicuramente sostenuta da una ottima salute fisica e da una rara dedizione, la portò a rimanere per ben 75 anni alle dipendenze della stessa ditta e a lasciare il lavoro, probabilmente, solo pochissimo tempo prima della morte, avvenuta il 25 gennaio 1940.
Francesca Budini, soprannominata Chèca de’ Fròl (il marito Francesco Cimatti andava nelle campagne con il frollo per sgranare le pannocchie del granturco), si occupava della cernita degli stracci (in dialetto: strazèra). Così la descrive Oddo Diversi: “una donna formosa, prosperosa, con occhi chiari, capelli castani lisci spartiti sulla fronte e un seno pieno e sporgente anche nell’avanzata età”.
Come si svolgeva il lavoro “dal strazèri”? Così lo ricordava Mario Santandrea: “Il loro orario nella stagione media era dall’alba al tramonto, con intervallo dalle otto alle otto e tre quarti e dalle dodici alle quattordici d’inverno; e quindici d’estate. Ad eccezione del periodo invernale, le donne lavoravano all’aperto a coppia, (una giovane e un’anziana) sull’acciottolato e la sera mettevano i corbelli al riparo e scopavano il terreno. […]
D’inverno facevano del lavoro straordinario, dopo cena, per dividere la penna leggera (piumino) da quella grossa che serviva da concime per i pomodori. Non c’era ancora la luce elettrica e l’illuminazione era data da lumiere di ottone a tre becchi con stoppino ad olio d’oliva”.
Nel 1931 Francesca Budini (Chèca de’ Fròl) fu insignita della Stella al merito del lavoro, un’onorificenza istituita dal Regno d’Italia nel 1923 per premiare i lavoratori particolarmente meritevoli.
Due rare fotografie, risalenti al 12 ottobre 1934, giorno del 59° anniversario di matrimonio dei titolari della ditta, Lodovico e Fortunata Santandrea, ritraggono i festeggiamenti ad un altro operaio, Sebastiano Tramonti (1867-1943), in occasione della consegna della “stella al merito”, appena concessagli.
Fu un’occasione per ri-festeggiare anche Francesca Budini, che in una delle due fotografie mostra il quadro incorniciato con diploma e la “stella al merito”.
Un record oggi impossibile da battere, ma che all’epoca poteva sembrare una cosa poco più che normale. Altri castellani possono vantare lunghe dedizioni al lavoro, di pochi anni più brevi. Sante Amadei (1843-1938), ad esempio, fu per oltre 60 anni bidello comunale, mentre Maria Mengolini Sali (1838-1932) fu titolare per oltre sessant’anni dell’ufficio postale assieme al marito Perpetuo Tassinari (1844-1911) e alla figlia Rosina (1867-1945). E come non ricordare Tino Biancini (1904-2004), che andò in pensione dopo 66 anni di servizio prestato alle farmacie locali?
Bibliografia:
-Oddo Diversi, Al strazèri, La Piè, 1984
-Il Corriere Padano, 13 ottobre 1934
Contributo originale per “La storia di Castel Bolognese”.
Per citare questo articolo:
Andrea Soglia, Francesca Budini, una lunga vita dedicata al lavoro, in https://www.castelbolognese.org
Pagina rinnovata l’1 settembre 2016 e aggiornata il 18 novembre 2018
Lascia un commento