“Scusi, c’ha degli adesivi?”: la mania anni ’80 degli adesivi era diffusissima anche a Castel Bolognese

di Andrea Soglia

Il collezionismo degli adesivi, fra fine anni ’70 e la prima metà degli anni ’80, fu una moda che contagiò più o meno tutti i bambini e ragazzi di quell’epoca, anche in un paese piccolo come Castel Bolognese. D’altronde si potevano reperire assai spesso gratuitamente e non era come la raccolta delle figurine che era molto difficile da completare (nonostante la diffusa attività di scambio durante la ricreazione a scuola): la collezione degli adesivi era sempre aperta o sempre completa, a seconda dell’assiduità e della costanza del singolo collezionista.
Ed era facile che una raccolta fosse composta da varie migliaia di pezzi: la caccia era sempre continua. Era abitudine di tutti andare nei negozi, specie di abbigliamento e calzature che ne erano fornitissimi, a chiedere degli adesivi. Anche io e mia sorella cademmo puntualmente nel “vortice” e qua in paese ricordo che io andavo spesso nel negozio di scarpe di Laila, in piazza, dicevo la frase di rito “Scusi, c’ha degli adesivi?” (all’epoca si dava rigorosamente del lei a tutte le persone più grandi) e Laila molto gentilmente apriva il cassetto del bancone e mi allungava anche più di un pezzo alla volta e poco importava se era doppio, si poteva pur sempre scambiare! Altra mia fonte ricordo che era la fiera di agricoltura MOMEVI di Faenza, che, una volta all’anno, contribuiva a rimpinguare il bottino. E poi ce li si faceva anche spedire per corrispondenza, entrando in giro di scambio a livello nazionale: a ciò si arrivava grazie al giornalino “Topolino” che pubblicava gli indirizzi di chi inviava adesivi. Io in particolare ricordo tante buste che arrivavano dalla Conte of Florence indirizzate a me e mia sorella. Immancabile era anche l’acquisto dell’adesivo della località nella quale si andava a fare una gita: spesso questi erano riccamente illustrati e stampati su sfondo argentato, che era senz’altro molto più ambito del classico sfondo bianco. Insomma: tutto faceva brodo, e la collezione si arricchiva sempre più.
Non era raro che mentre ci si trovava nel negozio a chiedere adesivi, entrasse un altro cacciatore (o viceversa): e spesso ci si scambiava occhiatacce o si cercava di sbirciare l’adesivo incamerato dall’altro per vedere se fosse diverso dal tuo, o, peggio, fosse una possibile rarità. A me personalmente un po’ di timore lo incutevano i ragazzi più grandi di me, che chiamavano l’adesivo “autoadesivo”, termine che a me proprio non piaceva.
Ricordi personali a parte, la produzione di un adesivo era anche uno status symbol, e quindi molte ditte (o manifestazioni varie) ne producevano uno tutto loro. E anche a Castel Bolognese, immancabilmente, ci furono più di una ditta, negozio, radio, musicista o altro che fecero stampare il proprio adesivo. Naturalmente io e mia sorella non li avremo trovati tutti all’epoca, ma una trentina di adesivi castellani (molto numerosi quelli di RCB, che ne fece di vari tipi, e di ogni tipo versioni in vari colori) me li sono ritrovati recentemente che sono andato a spulciare la vecchia collezione chiusa da decenni in alcune scatole.
Guardandoli è facile notare che, mentre le manifestazioni castellane resistono ancora, molti dei negozi (e qualche ditta) e le due radio locali non esistono più, e quindi rivedere quegli adesivi mi ha fatto fare un viaggio nel paese di 35 anni fa e mi ha fatto ricordare anche tante persone, spesso amiche o di fiducia. Lasciamo a chi c’era all’epoca i singoli ricordi che possono suscitare i vari adesivi.
Oggi della mania degli adesivi rimane ben poco, sono oramai “vintage” anche se qualcuno continua a produrli. Ma in generale, nei giovanissimi, la mania del collezionismo di quasi tutti i tipi sta scomparendo: resistono ancora le figurine e le sorpresine Kinder (o analoghi gadget).



Due importanti adesivi dalla collezione di Flavio Scalini, che ringraziamo per la condivisione su Facebook


 

Cinque importanti adesivi dalla collezione di Luca Selvatici, che ringraziamo per la condivisione

Dall’archivio della Biblioteca comunale di Castel Bolognese quattro importanti adesivi

Da Francesco Borghesi riceviamo l’adesivo della 50 km di Romagna

Da Lorenzo Presutti riceviamo l’adesivo della ditta TSR

Da Carlo Zuffa riceviamo questi due adesivi

Da Pier Paolo Sangiorgi riceviamo l’adesivo della ditta Ugolini Bruno e Gilberto

Da Giuseppe Sermasi (che ringraziamo tanto) riceviamo invece una vera e propria inondazione di colori con ben 18 adesivi di RCB (compresi 3 “doppi” già pubblicati sopra, ma che riproponiamo anche qui. L’insieme è davvero notevole!

Contributo originale per “La storia di Castel Bolognese”.
Per citare questo articolo:
Andrea Soglia, “Scusi, c’ha degli adesivi?”: la mania anni ’80 degli adesivi era diffusissima anche a Castel Bolognese, in https://www.castelbolognese.org

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