Diario del Festival de L’Unità di Castel Bolognese, Piazzale delle Cupole, dal 16 al 25 luglio 2004
di Angela Griguolo
(digitalizzazione a cura di Andrea Soglia, 2004)
Premessa (2017). Tanti ricorderanno Angela Griguolo (1926-2006), moglie di Goffredo Dardi e mamma dell’ex sindaco Jader Dardi. Era immancabile, ogni anno, il suo contributo, assieme a quello di tanti altri volontari, alla buona riuscita della Festa de L’Unità. Come immancabile era che, di ogni giornata passata al Festival, fornisse un resoconto manoscritto in un diario, che, per lo meno negli ultimi anni di vita, faceva successivamente trascrivere su computer per poi stamparne qualche copia da distribuire agli amici e da lasciare in biblioteca. Almeno una volta è toccata anche a me la trascrizione, altre volte anche a mia sorella. Di recente ho ritrovato in una vecchia cartella del mio pc, il diario relativo alla Festa 2004, che è quindi il penultimo della serie e forse l’ultimo che Angela aveva fatto “digitalizzare”. Lo pubblichiamo su internet con il consenso di Jader. Anche se non sono passati moltissimi anni, leggendolo ci si reimmerge, specie per chi li ha vissuti, in un mondo ed in un’atmosfera che sembrano essere molto più lontani nel tempo e che danno la sensazione di essere pressoché irripetibili.
Angela non si limitava a scrivere solo delle giornate di festa, ma era abituata a tenere un diario di ogni sua giornata. Il suo diario personale sfociò in una pubblicazione, edita nel 2000 dalla Santerno Edizioni, dal titolo “Mi basta poco…”, di cui riportiamo un passo della prefazione, scritta dalla curatrice del volume, Anna Gambi, che ben descrive anche lo spirito alla base del resoconto della Festa 2004: “… Nei suoi diari l’autrice riporta i suoi ricordi con la stessa semplicità e naturalezza con cui vive le proprie giornate; scrive tutto ciò che le succede, i piccoli episodi quotidiani e i momenti che cambiano la vita, i piaceri più ingenui e i dolori immensi, raccontati con poche parole, in frasi semplici, che non conoscono le costruzioni complesse che si imparano a scuola” (A.S.)
Un quaderno e una matita.
Sono i miei amici del Festival dell’Unità 2004
di Castel Bolognese, Piazzale “Le Cupole”Angela Griguolo
Anche quest’anno 2004 ci troviamo qua in questo grande piazzale delle Cupole, per il 5° anno consecutivo, per la festa grande dell’Unità del nostro comune di Castel Bolognese, dal 16 al 25 luglio 2004.
Già sono state impastate le farine da un gruppo di volontarie per fare le minestre; ci sono stati uomini e donne, amici e compagne, che in più sere hanno lavorato per la preparazione delle minestre. Sono state fatte 1600 uova di cappelletti e 400 uova di curzul.
A tutte queste persone va un meritato applauso.
Io non ero presente perché ero fuori, al mare con il soggiorno per anziani organizzato dal Comune e dal Centro Sociale.
Faccio un giro in bicicletta. Vedo che nel piazzale delle Cupole ci sono già tanto uomini. Sono già tutti riuniti a preparare il materiale per mettere su gli stand. Sono un bel gruppo. Tutti impegnati, sotto il caldo sole.
Preparano per far sì che anche quest’anno si riesca a fare una bella festa.
Sono tutti compagni e amici. Io passo, li guardo e li saluto, sono tutti bravi e sempre disponibili. Questi fanno anche più fatica…
16 luglio 2004
Ma questa mattina anch’io mi sono alzata prima e vado a ritrovarmi con il gruppo più attivo. Vado al grande piazzale dove avrà inizio il festival dell’Unità 2004. Questa sera.
Tutti a preparare per essere pronti per l’apertura della festa, per il grande pubblico, che speriamo sia numeroso come gli altri anni.
E’ il primo giorno, tutto è da mettere in ordine. Anche qua dove sono c’è da muoversi, tutti e svelti.
Le responsabili per la cucina sono Teresina e Valeria, seguite da tutto il gruppo: tutti a dare il meglio di noi, perché le pietanze vengano buone.
E’ questo il risultato che tutti vogliamo: fare da mangiare bene e buono…
Anche nel reparto del pesce, già c’è un gruppo di donne alla preparazione.
C’è l’idraulico che controlla tutti i fornelli, e sono tanti.
E qua ci sono anch’io, devo fare il ragù. Teresina sa dove sono tutte le cose e mi dice che per prima cosa hanno cambiato il paiolo, non è più quello dove facevo il ragù gli anni passati.
Quello vecchio era di Plazzi, lo portava sempre lui. Anche quest’anno l’ha portato, ma poi l’ha riportato a casa perché ne hanno comprato uno molto più grande.
Questa volta farò il ragù in questo tegamone. Bene, sì, per me è uguale, ma sono sincera: a me è rimasto dentro quello di Plazzi. Con quel paiolo ho fatto il ragù per 18 anni, sempre con quello e sempre per questo festival. Era per me come ritrovare un buon amico. Forse qualcuno riderà, ma per me è così!
Ed ora farò amicizia pure con questo nuovo tegamone, starò attenta a non bruciarlo, assieme prenderemo confidenza e faremo un buon ragù anche oggi.
Così mescolando, andremo avanti. Oggi è il 1° ragù, il primo giorno. Non sappiamo dove sono le cose, ci vuole più pazienza. Ma faremo bene tutti.
Ora siamo di più. Arrivano altre donne, ognuna trova sempre da fare.
C’è la Manuela, la più giovane e bella del gruppo: prepara i pomodori per questa sera. Brava Manuela, così attenta non ti avevo ancora vista.
Gigetto è sempre presente, lui ci aiuta sa dove sono le cose, ci dà una mano. Ma poi va con gli altri uomini a finire di mettere a posto le cose girando per tutto il festival. E’ bello vedere tutti questi stand, c’è da camminare davvero svelti per passare dall’uno all’altro, sono distanti fra loro.
E intanto anche il ragù si sta cuocendo, si sente nell’aria il suo profumo.
La mattinata è bella calda. Il ritrovarci qua ci fa star bene. Anche a me piace fare le cose che so fare. Mi fan anche ricordare le altre feste passate. Sperando di aggiungere anche questa del 2004.
Ora sono già le 10, il ragù cuoce bene. Io sempre con il grande cucchiaio di legno a rimescolarlo, quasi continuamente, non lo voglio bruciare.
Prendo confidenza con questo pentolone. Ogni tanto arriva Teresina, mi chiede come vado. Beh, mi ci trovo bene. Però è più faticoso mescolare, perché il paiolo è molto più grande del vecchio.
Ma poi va tutto bene, faremo un buon ragù lo stesso.
Ora sono le 11,30, il ragù è già pronto. Spengo il fornello, e copro il ragù che è pronto per questa sera.
Lo mettiamo in un angolo. Il primo ragù è venuto bene.
Ora sono le 12: torno a casa mia per pranzare, arrivano Valerio e Jader.
Questa sera, all’inaugurazione della festa, sono stati lanciati in cielo numerosi palloncini colorati e liberati piccioni per la pace nel mondo. E tutti noi li guardiamo a testa in su nel cielo tutto blu. Li seguiamo con lo sguardo e il pensiero, pensando proprio che portino la pace.
Che si avveri in tutto il mondo il desiderio di tutti noi.
Sono le 21,40, sono con Sagrini. Mi hanno cambiato il lavoro: con lui vado a vendere i biglietti della lotteria del festival. Più tardi la estraggono allo stand della tombola.
Io strappo i biglietti per chi li compra e Sagrini raccoglie i soldi, fa il cassiere. Abbiamo fatto una serata assieme con questi biglietti. Abbiamo riso, anche.
Poi andiamo a portare tutto ad Armanda. Abbiamo fatto un bel lavorino.
Ci salutiamo: sono le 23,30. Sono contenta, è stato un bel giorno, tutto diverso, movimentato.
Guardo mio figlio: è ai bracieri. Mi ha tanto sorpreso, quando lo vedo attorno a queste grigliate tutto attento a fare bene il lavoro, non mi pare che sia vero. Pareva che non fosse neanche mio figlio!
Un bel momento, mi ha fatto piacere vederlo.
Ecco. Tutte le cose di questo giorno mi tengono sveglia. Non riesco a dormire e seduta sul letto un po’ le ho scritte.
17 luglio 2004
Anche se questa notte ho dormito poco, vado al festival.
Eccomi, sono qua anch’io, e già do il buongiorno a tutti. Sento una che dice: “Oh finalmente sei arrivava, qua ci manca il caffè”. Vado subito al bar a fare i caffè e i cappuccini. Sono poche, le donne: ci sono Teresina, Valeria, Gina, Iolanda, Pina, Santina. Porto il caffè e così io ora mi metto a tagliare i limoni. Ho riempito 4 ciotole con i limoni, tagliati e infilati con uno stuzzicadenti: sono pronti per questa sera.
Ora cresciamo. Ci sono Ivana, Tellarini, Marchi Franco, Marina, Gigetto e via così siamo sempre di più. Parliamo della serata di ieri sera, dicono che è andata bene. C’è anche Armanda che dice che il gioco della tombola pure è andato bene. Queste cose ci fanno piacere.
Ora tutti a fare le nostre cose ed essere pronti per questa sera. Gli altri lavorano e io torno a casa mia.
Alle 18,40 sono ancora qua di servizio all’entrata offerta libera. Sono con Mamini seduta al tavolino. E’ bello essere qua; entrano macchine, camioncini: sono quelli delle bancarelle, i suonatori e ogni tanto ci spostiamo.
Ho visto il mio Jader sempre a cuocere, girare le grigliate: è tutto grintoso a girarle, lo vedo tranquillo. Assieme a lui ce ne sono altri che lavorano. Sono tutti bravi. Sono contenta. Ci sono Sante Costa, Dari Carlo, Cicognani, Mario Cembali, Tronconi Elio, Dardi Jader.
Alle 9,40 di sera torno a fare il giro del festival a vendere i biglietti della lotteria, la fanno tutte le sere. Questa sera sono in giro con una donna giovane, è di Solarolo e si chiama Luisa. Lei riscuote ed io sempre a strappare questi biglietti. Questo è un lavoro che io faccio bene, mi piace andare tra la gente. I compagni più grandi mi conoscono bene e perciò mi hanno chiamata. Ed io ci provo volentieri. Anche questa sera abbiamo fatto un bel lavoro: ora torniamo da Armanda a consegnare il tutto.
Saluto ed io vado in cucina a sentire da Teresina se c’è da fare il ragù domani mattina, e lei mi ha detto di sì. Saluto tutti e torno a casa. Mi riattacco alla mia bicicletta e pian pianino me la faccio a piedi fino al semaforo e poi pedalo. Sono le 11,50 di sera e sono a casa: sono contenta.
18 luglio 2004
Sono le 7 di mattina, sono in via Parini. Non c’è nessuno, per la strada ci sono solo io. Il giorno è splendido. Sono già al festival. Ci sono Gina e Iolanda nel reparto retrocucina, e ci sono Santina, Pina, Ada nel reparto pesce. Do a loro il buongiorno. Vado a fare il caffè o il cappuccino per loro. Queste donne sono le brave del mattino.
Ora ci sono qua Rosa, Maria, Ivana e via dicendo. C’è qua anche Gigetto, anche lui è tra i primi tutte le mattine, ha sempre voglia di ridire, sempre disponibile se abbiamo bisogno. Sa dove sono le cose che non troviamo. Ci rallegra la tua presenza. Gigetto detto perfetto, bello e disponibile con tutti.
E’ qua anche Costa Walter, è appena arrivato e subito si mette a lavorare. Caro Walter, non ti deve insegnare nessuno, tu sai già fare tutto da solo, sei bravo. Anche Jader Tellarini è qua e sa lui da solo cosa deve fare, senza aspettare nessuno.
Io devo fare il ragù, ma non è ancora arrivato il fornitore della carne. E allora mi metto a tagliare i limoni, perché siano pronti per questa sera.
Ora la carne è arrivata e mi metto a fare il ragù. C’è sempre Teresina, lei mi tira fuori tutto quello che mi occorre. Anche lei sa dove sono questi ingredienti per il ragù. Così è già pronto il tegamone e parto, resto qua rimescolando sempre continuamente.
Sono le 11, il ragù cuoce bene, è anche bello da vedere in questo pentolone, si sta restringendo, cuoce lento lento, ci sono più di 30 kg di carne.
E’ già ora di preparare per il pranzo, è mezzogiorno e il nostro pancino sente un po’ di fame. Racimoliamo qualcosa e restiamo qua, ci fermiamo in 7.
Abbiamo mangiato pesce riscaldato, insalata, acqua, vino e anche il caffè. Anche io ho mangiato, ma vicino al ragù perché deve cuocere ancora un po’. Ora è qua la piccola Martina, è bella, la sua presenza ci rallegra tutti.
Ed ecco qua, il ragù è pronto. Spengo il fornello. Il ragù è bello da vedere, pronto da mangiare. Copro il pentolone con il coperchio. Questo è il 2° ragù avanti il 3°.
Ora saluto le altre e torno a casa.
Sono le 7 di sera e sono qua sempre con Sagrini, attorno al tavolino dell’entrata, a dare il benvenuto ai signori che vengono a far festa con noi. Sono tanti. C’è anche Gigi, e di tanto in tanto buttiamo lo sguardo alla damigiana per vedere se crescono i soldini. Beh, un po’ sì, pian pianino, si coprono fra loro. Ogni tanto, a turno, ci facciamo un giretto per il festival. C’è tanta gente.
Il ristorante è pieno, non ci stanno più tavoli liberi. C’è una fila lunga di gente che aspetta che si faccia il posto. La serata è bella calda e ricca di tutto.
Sul palco, a tenere allegri tutti gli intervenuti, questa sera c’è un cantante. E’ Mal, è bravo. Io l’ho salutato, me lo ha presentato il sindaco: mi ha stretto la mano, è stato carino. Mi ha dato gioia.
In seguito, più tardi, vado a vendere i biglietti della lotteria. Sono con la mamma di Armanda, è lei la cassiera questa sera. Assieme ridiamo, anche. Ma abbiamo fatto un buon incasso anche questa sera. Ci guardiamo tra noi e ridiamo. Andiamo a riconsegnare tutto ad Armanda. Lei ci guarda, ci fissa, spalanca i suoi bei occhioni e ride contenta, come noi.
Ora il mio lavoro è terminato. Mi fermo ad ascoltare il cantante, c’è tanta gente. Le sue canzoni sono belle e lui è sempre bravo. Questa sera me le sono ascoltate anche io, anche a me piace Mal.
Ora si è fatto tardi. Teresina mi ha detto di venire domattina. Mi rifaccio il giro del festival, che è ancora tutto pieno. Mi sono incontrata con Marco, è stato un piacere, non lo vedevo da un po’. Vado a riprendere la mia bicicletta e incontro Nicolò: oh che bello ride, è con suo padre.
E’ tardi, torno a casa.
19 luglio 2004
E’ il 4° giorno del festival. Sono quasi le 8. Già sono qua e vado a sentire se c’è da rifare il ragù.
E’ bello fare la passeggiata di mattina presto. Aria fresca e poca confusione, non c’è nessuno in giro. Sono qua con le altre donne, con Gina e Iolanda. Teresina ha già steso il bucato e ci sono anche le donne del reparto del pesce.
Mi mandano a fare il caffè e il cappuccino per tutto il gruppo. Questa mattina sono di più le donne, ne arrivano altre. E dopo aver portato il caffè a quelli che erano già qua, vado a fare un’altra andata di caffè.
Ci sono Floriana, Franco, Maria, Rosa e altre ancora di cui non so il nome, e torno da loro. A me piace fare i caffè e i cappuccini, perciò vado volentieri quando me lo chiedono.
I limoni li prepara Franco ed io torno a casa mia.
Gaglio Franco mi ha detto che questa sera sono all’altra entrata, quella di via Casanola. Ma qua ci sono già altri uomini e allora io vado a vedere se c’è Jader. Vado a vedere i fuochi, dove lui lavora ai bracieri e alle grigliate, però ancora non c’è. Mi hanno detto che viene più tardi, perché prima ha una riunione.
Vedo Silvana e Adriano Calamelli. Sono andati a mangiare. Vedo che c’è posto vicino a loro e ci vado anch’io a mangiare in loro compagnia.
Ho ordinato i crostini, sono buoni. E’ la prima volta che mangio da sola in una festa dell’Unità. Vicino a Silvana ed Adriano non mi sento sola. Valerio non viene, Jader arriva tardi ed è per questo che mi sono avvicinata qua. Questo l’ho raccontato a Silvana ed Adriano Calamelli.
Ed eccolo che è qua davanti a me Jader, pure lui mi cercava per cenare assieme. E assieme ridiamo. Ma ci siamo incontrati un po’ tardi ed io sono già a posto, ho già mangiato.
E’ bello vedere questo gruppo di giovani, sono le cameriere ed i camerieri, corrono svelti. E la gente mangia tranquilla. Di qua vedo un po’ tutto il personale più attivo, tutti svelti a dar il meglio di loro, sempre sorridenti. Mi fermo a guardare un attimo. Mi fanno piacere, sono bravi.
Non posso fare i loro nomi, non li conosco. Ma tutti sono bravi.
Ora vado ad ascoltare la riunione con la giunta comunale. C’è il Sindaco e ci sono i giornalisti che fanno delle domande.
Poi ancora resto qua, c’è una bella orchestra, c’è la musica e tutti ballano, passo qua la serata. Assieme a me c’è Marianna, la mia vicina di casa. Ci siamo sedute comode attorno a un tavolino bianco e ci godiamo la festa: sono di riposo stasera.
Vado da Teresina a sentire se c’è da fare il ragù e poi torno da Marianna. Ora sono le 11 di sera: pian pianino, con le nostre bici, torniamo a casa.
20 luglio 2004
Prendo la mia bicicletta e vado al festival. La mattinata è bella, ancora fresca e perciò è bella la passeggiata.
Oggi c’è il ragù da fare. Le donne mattiniere sono già a posto, ho già portato loro il caffè o il cappuccino.
Oggi è il 5° giorno che siamo qua in questo grande piazzale. Ci sono gli uomini che girano per il festival. Sono Sergio Costa, che è il responsabile del festival, e Nello Bartolini i quali riordinano le cose che sono fuori posto. Io ho fatto il caffè pure a loro.
Ora faccio ancora 6 caffè e un cappuccino per le donne che sono in cucina, anche a Teresa. E ora sono pronta pure io per partire con il ragù. Ecco, c’è qua Marina e c’è pure Gigetto, che ci fa compagnia, ride, è sempre di buon umore non si arrabbia mai. Almeno io non l’ho mai visto e poi è sempre disponibile se abbiamo bisogno.
E intanto è qua Natalina tutta piena di grinta, anche lei si prende il caffè. Poi dice che va a pulire i bagni. E’ tutta bella, un po’ spavalda; si scuote e va a pulire i bagni.
Poi quando ha finito torna da noi e ci racconta che ha trovato un paio di mutandine con il …. Lo racconta così bene col suo bel gesticolare e lo sguardo fisso, serio, con i suoi occhi che sembrano persino più grandi e pare che saltino. Sei forte Natalina! Sempre schietta e spiritosa, racconta la verità. Mi piaci così Natalina.
Ora è qua Franco Marchi, si è messo a pulire le friggitrici, è sempre attento, silenzioso, bada al suo lavoro. Quando ha finito rimette a posto per bene, le riprepara per questa sera. Sei proprio bravo Franco Marchi, ascolti tutto quello che diciamo noi donne, che siamo le più chiacchierone. Ma tu sempre silenzioso, non intervieni mai.
E intanto sto frullando il mio ragù per non bruciarlo, sempre con questo gran cucchiaione di legno; il ragù sta venendo bene, cuoce bene ed ha un buon profumino. Tra di noi intanto ridiamo anche un po’, passa meglio il tempo.
Ora sono già le 11,30, il ragù è già pronto e spengo il fornello per bene, copro il gran pentolone con un coperchio, pure esso bello grande. E’ tutto pronto per questa sera.
Io saluto la comitiva che resta qua e torno a casa mia. Sono le 12,20.
Questa sera nel nostro festival c’è la corsa podistica. C’è un gruppo di donne e uomini, tutti vestiti sportivi, pronti per la partenza. Devono fare 7 chilometri di strada a piedi, qui attorno nelle strade di campagna. La partenza è alle 20.
Io guardo sempre i fuochi, mi piacciono le loro fiammate, le braci. Ma quest’anno guardo anche se lì, tra quegli uomini che lavorano con le grigliate, c’è il mio Jader. C’è e lo vado a salutare assieme a tutti gli altri. E questa sera Jader mi ha detto che c’è anche Valerio. E’ con quelli dell’orchestra e c’è anche Luca. Lo vado a salutare, ed è tutto attento al suo lavoro, controlla i suoni, che io non so come si chiamano. Lo saluto, sono contenta di vederlo. Non lo sapevo che ci fosse. Ma lo lascio lì nel suo lavoro, non lo disturbo.
Vado all’entrata, sono di servizio lì. Vedo un gruppo di ragazzi che fanno i giochi per il festival, con fiaccole illuminate che pure fanno bella la nostra festa. Di gente ce n’è già tanta. Le bancarelle sono già pronte, c’è di tutto per tutti, per i grandi, per i più piccoli, dolciumi, vestiti, giochi per i bambini, la tombola, si mangia, si balla. E’ grande e ricca di tutto questa festa dell’Unità. E questo è il 5° giorno.
Anche di lavoro ce ne è sempre per tutti. Ma piano piano ce la faremo a portare a termine anche questa serata, per accogliere bene la tanta gente che viene alla festa. Molti vengono al ristorante, che è pieno, ed è bello vedere così tutta questa gente che tranquillamente gusta le buona pietanze. E così le feste sono tutte belle ma sì, finiscono anche tutte in una buona mangiata.
Ora che è già tardi abbiamo già chiuso l’entrata e rimesso a posto il banchetto. Vado in cucina. Qua c’è bisogno, le posate sono da asciugare e da confezionare nei sacchetti. Mi fermo anche qua, c’è Plazzi e l’aiuto un po’ anche io.
Poi vado a salutare Jader e tutto il gruppo dei bracieri. Saluto poi tutto il gruppo della cucina, tutte le donne sono svelte ed attente.
E ora è già tardi, riprendo la mia bicicletta. Saluto tutto il grande festival e tutta la gente, e torno a casa, pian piano.
Sono a casa mia, sono così contenta della giornata passata. Sono le 23,50. E’ notte.
Sono allo stand dei libri, c’è Alessandra Soglia. Mi faccio un giro a guardare questi libri. Sono tutti pronti da leggere. Ne ho visto uno, mi ha attirato tanto il suo titolo. Sono stata lì un po’. Poi saluto Alessandra e torno a girare un po’ per il Festival.
21 luglio 2004
Sono le 7,30 e sono già in via Parini. C’è un aria fresca un po’ ventilata, si sta bene la mattina ancora presto. Mi passano davanti solo 2 macchine. Ci sono solo io.
E pedalando sulla mia bicicletta vado al festival.
Ma che bello! C’è sul bordo della strada una gallina nera con 4 pulcinini, tutti neri, piccolini, girano pian piano sull’erba. Mi sono fermata a guardare questa bella famigliola. Bella questa mamma chioccia, manda i suoi pulcinini a fare un giretto col fresco. E’ una mamma apprensiva come noi mamme. Mi hanno fatto gioire, li guardo di nuovo. E riprendo il mio cammino.
Sono al festival, trovo sempre il gruppo delle mattiniere, sempre al lavoro. Oggi il ragù non lo devo fare. Vado a fare il caffè per questo gruppo di mattiniere. Ne faccio sempre in più, perché ne arrivano altre. Ed infatti ne vado a fare degli altri, sono diventate tante. Ora loro restano qua a lavorare, io torno a casa mia.
Parliamo della festa che va bene, anche ieri sera ha dato un buon esito, tutto è andato bene, c’era tanta gente.
Speriamo che duri così, è quello che vogliamo tutti. Oggi è il sesto giorno.
Li saluto e torno a casa. Ci vediamo questa sera
Sono le 19,15, sono pronta, già al festival. All’entrata ci sono Mamini e Zannoni. Io vado a dar via i biglietti della lotteria assieme ad Alessandra, la figlia di Armanda e Sergio. Lei fa la cassiera e raccoglie i soldini, mentre io strappo i biglietti. Abbiamo fatto un bel giretto e ne abbiamo dati via parecchi. Ora son già le 21,15, Alessandra deve andare al suo lavoro al bar, ed io vado a vedere la commedia, anche se è già cominciata. La commedia è intitolata “I fasul cun la codga”. Mi sono seduta, mi sono riposata un po’.
Alle 23,40 sono a casa, a letto.
Penso ad Alessandra, è bella, brava. Avrai passato bene il tempo a girare con me, in mezzo a tanta gente, sempre a dar via questi biglietti. Ciao Alessandra.
22 luglio 2004
Questa notte ho dormito poco. Mi sono svegliata più tardi. E subito vado più in fretta per essere al festival. Una pedalata un po’ più svelta e sono qua anch’io.
Qua trovo sempre le donne più brave, sempre le prime che lavorano. Mi mandano a fare i caffè e i cappuccini. E’ questo il mio primo lavoro, tutte le mattine. Vado nel bar, cerco il latte, ma non c’è, non lo trovo. Faccio i caffè e porto questi, poi se trovo il latte in cucina vado a fare i cappuccini. Il latte c’è e vado a fare il resto. Qua in questo bar non trovo un coltello per tagliare il cartone del latte, non trovo niente. Lo farò con uno stuzzicadenti, faccio un buco ma mi è voluto tanto tempo per fare questo bucanino. Ora ho pronto tutto, ripulisco per bene il banco, sposto la spugna, la stringo e salta il coltellino, a momenti mi taglio la mano. Ma guarda te dov’eri nascosto, brontolo col coltellino. Mi sono fatta prendere in giro. Beh lo pulisco e lo rilascio lì, ma ho perso tanto tempo questa mattina.
Ora è qua Franco, è lui che prepara i limoni. Di me non hanno bisogno. Li saluto e torno a casa mia, a fare le mie faccende.
Sono qua pronta per l’apertura e per stare all’entrata. Vado a salutare le donne in cucina, tutte belle pronte. C’è Pirì, anche lui sempre attento. Li saluto tutti, questi sono tanti, e vado all’entrata con Mamini, sempre attorno al tavolino, a guardare i soldini e a ringraziare il pubblico che viene alla nostra festa.
Qua ci resto fino alle 22,30 poi ritiriamo il nostro banchetto e rimettiamo a posto tutto. Questa sera siamo stati all’entrata di via Casanola. Quest’anno è più bello stare qua, c’è più luce, è più aperto. C’è la fontanella in questo giardino, ci fa compagnia. C’è un gran parcheggio per le macchine, c’è più movimento: perciò anche se resto un po’ da sola non mi pesa, sto bene, come all’entrata delle Cupole.
Il gioco della tombola qua vicino. Si vedono i bracieri, fan compagnia.
23 luglio 2004
Mi sono svegliata prestino. Mi preparo con calma e vado al festival come le altre mattine. Ci sono più donne al reparto del pesce e ce ne sono altre ancora. C’è Teresina, ha già steso il bucato. Mi manda subito a fare il caffè per tutte. Ho già portato il caffè a tutto il gruppo delle brave donne e Teresina mi ha detto che non c’è niente da fare. E torno a casa mia.
Oggi è il 23 luglio. Mio nipote compie gli anni. Vado a preparare a casa mia e anche se è caldo oggi faccio la pizza. Faccio una sorpresa a Valerio e anche a Jader, è da un po’ che non la faccio. E’ venuta buona. Abbiamo fatto una buona mangiata. Valerio e Jader sono contenti, e lo sono anche io. Così abbiamo festeggiato Valerio.
Questa sera sono sempre all’entrata con Mamini. Siamo sempre col nostro banchetto nel parcheggio delle Cupole. Qui vicino c’è un barista, si chiama Giuseppe, è un uomo giovane. E’ siciliano che abita a Castel Bolognese, si trova bene e gli piace lavorare qua nel bar assieme a Marchi Giancarlo. E’ il primo anno che ci viene a lavorare. Ha detto che si trova bene con tutti. Giuseppe dice che in Emilia Romagna si sta bene, è molto ospitale questa regione.
Anche stasera qua al festival c’è tanta gente. Io sono sempre qua con Mamini. Sto qua fino alle 20,30 poi mi chiama Sergio Costa e assieme a lui giro per il festival a vendere i biglietti della lotteria. Io strappo cento biglietti e li do a chi li compra. Sergio raccoglie i soldi. Assieme abbiamo fatto un bel lavorino. Poi Sergio li porta al reparto della tombola, dove vengono estratti più tardi.
Ora sono quasi le 23, aiuto Mamini a ritirare il banchetto e Mamini porta la damigiana in direzione. Io metto a posto il tavolo e le sedie. Ci salutiamo.
Io riprendo la mia bicicletta e pian piano con calma torno a casa.
Sono le 23,20, sono contenta.
Ho saluto le belle e brave donne del reparto del pesce. C’è Santina, mi ha dato un po’ di sorbetto, è buonissimo. Saluto e me ne torno a casa.
24 luglio 2004
Questa è la penultima mattina che vengo qua, in questo festival. Cerco di fare bene e svelta le cose che so fare io. Voglio fare sempre i cappuccini e i caffè per queste donne più attive di me. Non è un lavoro il mio, è solo un pensiero per loro, che io faccio volentieri e che tutti gradiscono. Se non vado io a farlo al mattino non ci sono altri.
Questa mattina è qua Teresina, ha già pronte le verdure, c’è da fare il ragù, lo fa lei questa mattina, perché io devo fare la pizza per tutte le persone che hanno lavorato qua queste mattine. La pizza margherita al forno l’ho fatta anche gli altri anni, perciò non posso fare il ragù. Ma Teresina lo sa già.
Impasto 4 kg di farina. Mi metto su un lungo tavolo e mi preparo le cose che mi occorrono, così mi metto tutto vicino e non disturbo nessuno. Io non sono pizzaiola, ma mi piace fare la pizza e spero che venga buona.
Oggi prepariamo una lunga tavolata, ci siamo solo noi. Oggi è come se ci facessimo una festa per noi soltanto. Questo è il primo pranzo che facciamo qua tutti uniti, non abbiamo mai mangiato assieme i giorni scorsi. Saremo una compagnia allegra e io spero che venga bene anche la pizza.
A tavola, se ho contato bene, siamo 22. La pizza si sta cuocendo, si sente il suo profumino. A cuocerla ci pensano Valeria, Tellarini e Teresina. Sono loro che conoscono questo grande forno, io non lo conosco proprio.
Ma ecco che la pizza è già pronta, siamo a tavola. Tra noi grandi c’è la piccola Martina, è circondata da tutti noi grandi, da tanto affetto. Ci sono Cristian e Lara, i suoi genitori, Valter e Valeria, i suoi nonni e la bisnonna Teresina. Tutti noi siamo contenti di questa famiglia, manca solo la trisnonna Maria, che è rimasta a casa. Ma qua la ricordiamo, ci è mancata.
E’ venuta una tavolata grande, circondata da tutti noi. La pizza ricca di tanti ingredienti è venuta buona. Non è mancato niente su questo tavolo, c’era di tutto. Ora Tellarini apre una bottiglia del suo buon vino, lo stappa: fa un gran ciocco. La piccola Martina si è presa paura, piange forte, gli vengono giù tanti lacrimoni. Povera piccola, è coccolata, ma ha pianto tanto.
Tutto è venuto buono, siamo alla frutta. Poi si passa al caffè: chi lo vuole va a prenderlo al bar. Questa è stata una giornata diversa per tutti.
Poi qualcuno torna a lavorare, qua lavoro ce n’è sempre. Altri vanno a casa. Il giorno è bello, soffia un po’ di vento, si sta bene. Io ora torno a casa e tornerò questa sera alle 19.
Nel farsi sera il tempo diventa nuvoloso, il cielo buio ed è anche piovuto un po’. Proprio il tempo mi fa pensare, se piove che cosa faccio io là? Ho pensato che faccio meglio a restarmene a casa.
Mi sono messa comoda in terrazza, tutta pacifica, guardo anche il tempo, non soffia il vento, si è fermato. Anche la pioggia non scende più giù. Ma si sentono tuoni da lontano ed il cielo è grigio, grigio. Speriamo che tutto vada bene e che domani sia una giornata bella. La temperatura si è rinfrescata. E intanto è tornato Valerio e sono più contenta.
Oggi abbiamo mangiato le pesche che ci ha portato Sergio al festival. E sono andata a casa sua questa mattina. Me ne ha dato una cassetta anche a me di queste buone pesche, me lo aveva detto ieri sera.
E questa sera me le pulisco, faccio dei pezzettini, li preparo e li conservo per altri giorni. Così passo meglio la serata e penso che mi fanno un po’ compagnia e non mi sento sola. Penso se alla festa si lavora e così passo la serata.
25 luglio 2004
Questa mattina il tempo è ancora nuvoloso e di tanto in tanto piove. Ma la serata di ieri sera, nonostante sia piovuto, non è andata male. Si è lavorato abbastanza in cucina. La gente c’era, ma certo non ha suonato l’orchestra.
Ma nell’insieme è andata benino. Beh ci voleva anche un po’ di pioggia: ha fatto bene a tutti.
E’ questo l’ultimo giorno. Io rimango a casa, non vado questa mattina. Ho un impegno mio.
Vado giù per le 18,30, sono già all’entrata delle Cupole. Mi ci ha messo Franco, poi mi raggiunge Calamelli e resto qua fino alle 19,30. Poi vado a salutare Jader che è ai bracieri.
E’ questa l’ultima sera. C’è una grande partecipazione, tanta gente. Torno all’entrata: c’è Sagrini. Allora io vado a girare. Più tardi mi chiamano per andare all’altra entrata. E già si sente la banda che suona e gira per tutto il festival. Bè questa banda mi piace ascoltarla, vederla. Ci sono anche donne giovani, tra cui una bambina. E’ la banda di Casola Valsenio. Me la sono ascoltata con piacere. Più tardi mi chiamano in via Casanola, sempre all’entrata.
E questa è l’ultima sera che stiamo qua, sotto questo lampione, vicino al giardinetto pieno di fieri e alla fontanella che scorre lentamente, continuamente, sotto l’ulivo. Le bandiere sventolano. Qua ci siamo noi. Giuseppe ed io, Angela, attorno al tavolino dell’offerta libera, in via Casanola.
Qui finisce il nostro lavoro. Finisce il festival.
Poi mi chiamano a fare il giro, sempre per vendere i biglietti della lotteria, e vado assieme a un bel ragazzino giovane. Si chiama Mattia. Io vendo i biglietti e lui prende i soldi, fa il cassiere. Ride contento Mattia, si trova bene a girare per il festival. Ogni tanto dice che li dobbiamo vendere tutti, poi scuote il sacchettino e vede quanti ne abbiamo dati via assieme. Abbiamo fatto un bel lavorino anche questa sera, anche qui finisce bene. Vado anche a consegnare il tutto e saluto il piccolo grande Mattia.
Mi chiama Gaglio Franco, mi fa andare all’entrata delle Cupole. C’è solo Calamelli e resto un po’ ancora qua. Torna Sagrini e vado via io. Vado a salutare in cucina, vado a vedere i fuochi, saluto tutti quelli che sono ai bracieri. C’è anche io mio Jader, lo saluto e poi gli dico che torno a casa.
Mi riguardo tutto il festival, di gente ce ne è ancora tanta. In cucina hanno finito tutto, si è lavorato tanto. Tutto è andato bene nei lavori, tra noi ci siamo capiti a fare le cose.
Non so dire di più, per me è stata una grande e bella, bellissima festa.
Penso che tutti siamo contenti. Termina qua per me.
Torno a casa, sono contenta.
25 luglio 2004: chiude il festival dell’Unità di Castel Bolognese, presso le Cupole.
Nel reparto del pesce hanno lavorato Santina, Pina, Maria, Carla, Ada, Natalina, Rosa e altre di cui non so il nome. Sempre presenti e attive. Loro sono brave.
A festival finito ricorderanno questo posto, pensando a quanto pesce hanno pulito in questi giorni. Hanno lavorato con pesce di tante qualità.
26 luglio 2004
Sembra ieri ed è già domani. 10 giorni son passati in fretta. Sembra ieri che eravamo tutti affaccendati a mettere su le cose, a montare questi stand, a portare tutto nel reparto cucina, tegami e piatti, tovaglie e altre cose che son talmente tante che non finirei di dirle tutte.
Grande la voglia che tutti avevano per fare bene anche questa festa 2004.
Ed eccoci qua, la festa è finita ed è venuta bene, una grande festa. Siamo tutti contenti. E ora ci ritroviamo ancora con tutte le pentole, tegamoni, piatti e tantissime altre cose da riordinare e da rimettere al loro posto.
E’ stato grande l’impegno, prima a mettere su questa cose, per montare tutto.
Ma ora siamo qua, a riordinare. Penso che ora che la festa è finita ci sia soddisfazione anche nel riordinare le cose, tutto come prima…
Lasciamo libero questo grande piazzale delle Cupole, che ci ha tenuti qua in questi giorni, tutti uniti, nel lavorare e anche fare festa. Sì, la festa è stata bella e ricca tutte le sere.
Bello anche il tempo, tutti siamo stati bene, e che dir di più…
Speriamo anche che ci sia un buon mucchietto di soldini.
Ora aspettiamo, pazienti, l’esito finale. Per ora la festa è finita.
Dal piazzale delle Cupole.
Angela Griguolo
10 agosto 2004
Oggi a pranzo andiamo al ristorante “La casa dei servi”, al Borello.
Jader, Valerio ed io, Angela. Qua in questo grande piazzale, che è pieno di macchine. Le sale sono già tutte piene. Qua ci ritroviamo con una grande comitiva. Siamo tutti quelli che abbiamo lavorato per il festival di Castello. Siamo amici, compagni, ci conosciamo tutti. Siamo 180. Oggi pranziamo assieme. La festa è tutta per noi, la cosiddetta festa del ringraziamento, così la chiamavamo tempo fa.
Anche noi prendiamo posto. Io sono vicino alla coppia Bombardini. Poi c’è Clara e ci sono altri in fila. Dall’altro lato ho Carla, vicino manca suo marito. C’è la coppia Mirri. Ed io sono la capotavola, ho trovato qua il posto. E tutti assieme ci facciamo compagnia, mangiando, gustando le buone pietanze. Ci sono due sale grandi, con file lunghe di tavoli. Tutti ci conosciamo. Si sente un gran rumore, parliamo tra noi, ed è bello essere qua tutti assieme.
Ora c’è silenzio perché si mangia. Sono buonissime le pietanze. E’ una mangiata lunga, perciò mangiamo tante cose buone e mangiamo tanto.
Oggi corrono questi bravi camerieri attorno a noi.
Ora c’è un po’ di pausa. C’è Costa che ci spiega le entrate del festival e le uscite. Ci dà il resoconto del festival.
Ma io sono distante da lui, non si sente bene. Tra noi diciamo che ci voleva un microfono.
Lui spiega tutto, ha ringraziato tanto tutti noi che assieme abbiamo dato un po’ del nostro impegno. Ha detto che è andato tutto bene.
E questo ci basta.
Siamo perciò tutti contenti.
Ora arrivano due camerieri con una torta lunga, bella grande, con sopra scritto “i Democratici di Sinistra”. Ci sono disegnati anche l’alberello dell’Ulivo e la rosa rossa. La fa a vedere a tutti.
E’ bella da vedere, è buona da mangiare, è stata una bella festa per tutti.
Ci salutiamo e torniamo a casa.
E’ stata una bella festa, la nostra festa dell’Unità 2004.
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