Quando a Castel Bolognese cambiava treno anche Mussolini…
di Paolo Grandi
Queste brevi note traggono la loro fonte dai ricordi di mio padre e da quelli di Padre Albino Varotti.
Mio padre Tristano ricordava che quando Benito Mussolini arrivava da Roma col treno riservato al Capo del Governo (all’epoca questo esisteva assieme al Treno Reale) diretto a Forlì, per ragioni che non riuscì mai a spiegarsi il treno del Capo del Governo si fermava a Castel Bolognese, Mussolini allora scendeva e sul binario accanto c’era una elettromotrice Ale 790, le cosiddette “ocarine” che per tanto tempo hanno assicurato il servizio per Ravenna, che l’attendeva per accompagnarlo a destinazione. Stessa cosa succedeva al ritorno. Oggi, nei miei già tanti anni di frequentazione della stazione di Forlì, forse ho capito il perché: i binari di quella stazione sono alquanto corti e per il treno di Mussolini era stato approntato un quarto binario, che adesso non c’è più, coperto da una tettoia, sicuramente comodo perché defilato e molto difendibile, ma assai breve, per cui un treno di 8-10 carrozze non poteva esservi ricoverato.
Nelle soste a Castel Bolognese Benito Mussolini non disdegnava anche di ricevere qualche personalità. Padre Albino Varotti ricorda tre incontri con Nicola Utili, il grande liutaio castellano, tutti avvenuti in stazione: nel primo Nicola Utili consegnò un violino di sua fattura a Benito Mussolini, che era un discreto violinista, per conto della Società Operaia di Forlì che glielo aveva donato. Una seconda volta Mussolini gli consegnò il violino chiamato “Il Toscano”, uno Stradivari del 1690, per una riparazione ed una terza volta fu quando Nicola si recò in stazione per restituirglielo. Oggi questo Stradivari è conservato nel Museo dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma.
Contributo originale per “La storia di Castel Bolognese”.
Per citare questo articolo:
Paolo Grandi, Quando a Castel Bolognese cambiava treno anche Mussolini…, in https://www.castelbolognese.org
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