Ritratti di strade castellane: la Via Morini
Via Morini è una delle più antiche strade di Castel Bolognese, essendo il cardo minore del’impianto urbanistico del primo castello del 1388. A metà del suo percorso viene attraversata dal primitivo decumano massimo, divenuto minore con l’ampliamento del Castello nel XV secolo, in seguito spostato di qualche metro per lasciar posto alla fabbrica morelliana del nuovo San Petronio. Qui si interrompe il portico, che è presente su tutto il lato di levante di via Morini, e si forma una piazzetta un tempo nota come la Piazza del Pozzo. Questa è ancora oggi un pittoresco angolo di Castello con l’abside di San Petronio che incombe a ponente e il bianco palazzo Budini che vi si oppone. Pensiamola poi abbellita col bel pergolato che insisteva attorno al pozzo (di quest’ultimo oggi rimane solo una botola metallica sull’asfalto) il quale copriva tavoli ed avventori dell’omonima osteria che vi si affacciava. Qui avevano il loro quartier generale i reduci garibaldini castellani, ed immaginiamoci quante storie di guerra e quanti ricordi possono essere stati ascoltati in quella contrada! Il pozzo poi alimentava una bella fontana a forma di bocca di medusa, che si trovava nel muro di San Petronio e si dice che desse una buona acqua. Questa fonte è rimasta in funzione fino al 1966, quando l’alluvione del 4 novembre rovinò l’antico pozzo. Anche la bocca venne rimossa ed oggi si trova nel museo parrocchiale.
Un tempo via Morini si chiamava Via Guazzabuglio ed aveva inizio da via dei Giudei (l’attuale Piazza Fanti e Via Antolini); qui infatti aveva dimora, spalla a spalla con i contrabbandieri castellani, la piccola comunità ebraica castellana, che fu cacciata nel XVI secolo e si disperse tra Lugo, Ferrara ed altre Comunità dell’Italia settentrionale (In qualche città è ancora presente il cognome Castelbolognese o Castelbolognesi, inequivocabile segno della provenienza di quella famiglia).
Con delibera del Consiglio Comunale del 13 ottobre 1874 e del 16 novembre 1875 essa ricevette l’attuale intitolazione in ricordo di Ignazio Morini (1708-1780), benefattore. Un suo primo lascito testamentario fu a favore dell’erigendo Orfanotrofio Femminile, ed un secondo a favore di un dotalizio. Le due beneficienze confluirono successivamente nell’amministrazione delle locali Opere Pie Raggruppate.
Nei ricordi che seguono troviamo un bel ritratto, in dialetto, scritto da Jusafén d’Carspèn appartenente a quella famosa famiglia di musicisti castellani, i Borzatta, che hanno suonato nelle migliori orchestre sinfoniche in Italia ed all’Estero e che proprio in Via Morini avevano dimora. Il secondo è il ricordo di Oddo Diversi, che riprende quasi totalmente lo scritto di Jusafén d’Carspèn che, pertanto, non ha bisogno di una traduzione per chi non conoscesse il dialetto romagnolo.
Paolo Grandi
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