Il “perenne verde” del cimitero, un patrimonio da tutelare
di Andrea Soglia
23 febbraio 2023
Da tanti decenni, come dimostrano le fotografie, ornano e delimitano il vialetto principale all’interno del cimitero (quello che porta alla chiesina) e anche i due viottoli laterali che conducono alle altre ali del cimitero. Ci riferiamo alle siepi e più in generale al verde perenne presente dentro il cimitero. Per quasi 30 anni sono state mantenute in ordine (e in salute) da Davide Maiolani, l’ultimo custode a tempo pieno del cimitero, con perfetta arte topiaria. E Davide, poco prima della meritata pensione, ci aveva confidato la sua preoccupazione per il loro futuro, ben conscio che da quel momento in poi sarebbero state abbandonate a loro stesse e sarebbero andate incontro a un triste destino.
La previsione puntualmente si è verificata, al punto che le piante sono dilatate di volume invadendo i viottoli, restringendo passaggi e, ovviamente, rovinandosi anche un po’. Le persone che frequentano il cimitero si sono lamentate della cosa, e, per ovviare rapidamente al problema, si sta paventando l’idea di sostituire quelle piante con cipressi che difficilmente ridarebbero la stessa scenografia al vialetto e che, in futuro, potrebbero anche creare un impatto visivo assai peggiore dell’attuale.
A quanto è emerso in una recente Commissione sul verde pubblico, le piante sono sane e i tecnici ritengono che sia possibile un loro recupero. Nonostante ciò, pare che si voglia procedere lo stesso all’espianto.
Per noi sarebbe una decisione sbagliata poiché riteniamo che il verde attualmente presente all’interno del cimitero sia di un qualche pregio e vada perciò tutelato e non smantellato. Il cimitero, come sappiamo, è luogo sottoposto alla tutela della Soprintendenza e noi speriamo che essa dia parere negativo all’eventuale espianto.
Ad ogni modo è del tutto evidente che siano di più urgente soluzione altri problemi presenti all’interno del cimitero e che, dopo il pensionamento di Davide, ben poco si sia fatto per arginare lo sfacelo del cimitero. E riteniamo insufficiente la pur lodevole tinteggiatura delle pareti del campo vecchio, perché quando ci si addentra nei corridoi c’è da mettersi letteralmente le mani nei capelli. Quanto dobbiamo imparare dalla vicina Faenza, il cui cimitero, da noi girato in lungo e in largo l’estate scorsa, è tenuto molto in ordine! Sarebbe auspicabile un maggiore sforzo, economico ed umano, e un convinto cambio di mentalità in chi è delegato alla conservazione del grande patrimonio costituito dalla parte vecchia del cimitero. Occorre una custodia continua e puntuale, non delegata ai pur sempre preziosi volontari, altrimenti altri nodi verranno al pettine.
Non vorremmo di nuovo tornare a dire quanto sia storicamente importante quella zona del cimitero, dove si respira la storia del paese, dove riposano i castellani più grandi e i patrioti che “hanno fatto l’Italia” e dove si ammirano tante opere del nostro Angelo Biancini. Di certo ci piace ricordare, scomodando il Foscolo, che la presenza del verde perenne sulle tombe è una tradizione atavica “Perenne verde protendean su l’urne per memoria perenne”.
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