Il carretto della Murina
Ricordo di Anna Negrini (1914-2017)
di Paolo Grandi
Il giorno 25 ottobre 2017, alla bella età di 103 anni e 8 mesi, ci ha lasciato Anna Negrini anzi Domenica per colpa del babbo che si sbagliò davanti all’Ufficiale di Anagrafe, però tutti i castellani la conoscevano per Anna di Purz. Come è noto, il soprannome si tramanda col diminutivo di padre in figlio mentre il diminutivo femminile spetta alla moglie ed alle figlie. Suo babbo Luigi Negrini era un mediatore di maiali nei nostri mercati e perciò il suo soprannome era E’ Mòr di Purz o E’ Purzlér che, naturalmente, aveva al suo fianco La Purzléra quale moglie, benché ella di porci non si fosse mai occupata: difatti Giuseppina Zagonara era più conosciuta col soprannome de: La Murina. A sua volta il figlio Camillo era Camillo de Purzlér o Camillo di Purz o E’ Murì di Purz ed Anna, appunto Anna di Purz o La Murina.
Anna ha sempre fatto la commerciante; dopo la morte in guerra del fidanzato non ne volle più sapere di nuovi amori e visse con la mamma in un piccolo appartamento di Palazzo Pallantieri, sulla via Emilia, composto da una camera ed un corridoio trasformato in cucina-soggiorno-punto vendita. Commerciavano il ciambello castellano, oltre brustolini, lupini ed altre delizie. Ogni mattina disponevano sotto l’ampio portico il loro banchetto che ricordo sempre molto lindo ed ordinato, munito di un grande espositore chiuso con vetro sempre colmo di ciambelli della croce. In qualsiasi stagione mamma e figlia erano lì: la sedia di paglia ed un cuscino in attesa dei clienti e se proprio faceva freddo erano appena dietro la vetrata di casa. Non avevano orario: poi se arrivavi troppo presto o già a “negozio” chiuso beh … bastava bussare e il gioco era fatto! Questo caratteristico punto vendita piacque così tanto agli operatori RAI da finire in un documentario sulla Via Emilia.
Erano le amiche di tutti i bambini e per loro allestivano particolari addobbi specie per carnevale (quando vendevano anche coriandoli e stelle filanti) e per la segavecchia esponendo sul banchetto il grande pupazzo della “vecchia”.
Ad un certo momento, verso la fine degli anni ’60 del secolo scorso, Anna decise di “ingrandire” l’attività: si munì di un carretto a due ruote, lo riempì di “loverie” per i bambini: patatine, caramelle, uova kinder, cioccolata, biscotti e tutto ciò che poteva attirare, se non l’occhio, la gola dei suoi giovani avventori e con questo iniziò a piazzarsi quotidianamente davanti alle scuole. Prima dell’orario d’ingresso, verso le 7.45 arrivava davanti alla scuola media, i cui allievi entravano alle 8, poi mezz’ora dopo era davanti alle elementari “Bassi” per l’ingresso delle 8.30 (le “Ginnasi” non erano ancora state aperte –lo saranno dopo il 1971- e comunque Anna non si spinse mai fino là). Verso le 11.30 la si vedeva riattraversare la piazza per nuovamente attendere l’uscita dei bambini delle medie alle 12.00, per poi sistemarsi di fronte alle elementari alle 12.30, pronta all’uscita e tornare infine dalle scuole medie per la fine delle lezioni alle 13.00.
Il banchetto era letteralmente preso d’assalto, spesso fra le ire delle mamme, anche se a quel tempo molti andavano a scuola da soli e a piedi, e Anna si faceva in quattro per accontentare tutti. Non c’era per lei inverno, né estate, né pioggia (per quella aveva un telone da coprire il carretto e la mercanzia), né neve: puntuale raggiungeva i “suoi” bambini ed è mancata ben poche volte in oltre vent’anni, forse quasi trenta, di “attività”. Brutti giorni quelli dove ci sentivamo orfani della nostra Anna, per tutti una zia benevola, con la sua faccia gioviale e bonaria che spesso aveva anche una buona parola di conforto di fronte alla difficoltà della scuola o ad un brutto voto.
Anna, così come la sua mamma, non aveva proprio la silhouette della modella, benché da giovane avesse fatto parte del corpo di ballo del teatro cittadino. Le sue forme abbondanti quindi avrebbero avuto bisogno di vestiti coprenti, di gonne dalle forme abbondanti ed invece …. forse per attenuare il freddo nelle sue uscite giornaliere fu una delle prime castellane ad indossare (scandalo!) i pantaloni! Ma a lei importava stare calda e poco le interessavano, come sempre è stato ed è tuttora nella sua indole, le chiacchiere delle comari.
Poi anche per Anna è venuto il momento della pensione; il carretto è sparito davanti alle scuole e per i bambini di Castel Bolognese è iniziata un’altra epoca.
Anna era anche una macchietta e, specie alle gite, averla nel gruppo era un divertimento assicurato che triplicava se con lei venivano anche Tino Biancini (Tino d’Olga) e Giovanni Scardovi (Cavurì).
Alla soglia dei 100 anni, ormai sola, malferma sulle gambe, ha voluto e per certi versi dovuto ritirarsi nella Casa di Riposo; lì tuttavia, almeno fino agli ultimi mesi, non ha mai cessato di ricevere amici, chiacchierare del suo Castello e leggere ogni mattina il quotidiano.
Grazie, Anna!
Contributo originale per “La storia di Castel Bolognese”.
Per citare questo articolo:
Paolo Grandi, Il carretto della Murina…, in https://www.castelbolognese.org
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