Gli eredi Camerini
Luigi, Paolo Camerini ed il villaggio industriale di Piazzola
Luigi Francesco, figlio di Paolo e Lauretana Guerrini, nato ad Argenta il 9 ottobre 1819, essendo rimasto orfano di padre in tenerissima età fu educato dallo zio Silvestro. La partecipazione di Luigi ai moti risorgimentali del 1848, contro il volere del tutore, interruppe un rapporto che si ricucì solo nel 1865. Alla morte del Duca unì alle proprietà personali di Villafranca Padovana i vasti possedimenti dello zio ed assunse l’incarico di esattore provinciale. Per l’erede del Duca, e contrariamente a quanto lui aveva fatto, la terra doveva anche essere fonte di reddito; per questo diede inizio ad imponenti opere d’irrigazione nella zona di Piazzola, introdusse attrezzature meccaniche nella lavorazione delle sue terre a Stienta, Legnaro e Montruglio e soprattutto s’impegnò a restaurare con magnificenza la villa di Piazzola, dove per sedici anni lavorarono muratori ed artisti come D. Torti, F. Zonaro, M. Moro e lo scultore L. Ceccon. Realizzò poi nel 1872 il Collegio dei Discoli in Padova, voluto dallo zio, e durante la carestia del 1874 versò notevoli somme di denaro ai fornai perché vendessero a buon prezzo il pane ai poveri. A Piazzola diede vita a un filatoio di seta; a Padova eresse un padiglione ospedaliero per tubercolotici. Mori a Padova il 16 giugno 1885.
Paolo, figlio di Luigi e di Fanny Fava, nacque a Padova il 29 luglio 1868. Rimasto anch’egli orfano del padre, compì sollecitamente gli studi, con forte senso del dovere. Diresse anzi l’Associazione Universitaria e fondò nel 1889 un settimanale satirico Lo Studente, laureandosi in giurisprudenza nel 1891 con una tesi dal tema “I doveri del ricco proprietario di fronte alla ricchezza nazionale e ai lavoratori del suolo”. Assumendo ventunenne la direzione della proprietà paterna, di oltre 100.000 ettari di terra, diede inizio a grandiosi lavori che trasformarono le condizioni di vita di Piazzola sul Brenta., mentre introdusse migliorie negli altri possessi e realizzò grandi lavori di bonifica nel delta padano, tant’è che ancor oggi un villaggio a dieci chilometri circa da Ca’ Tiepolo (Porto Tolle) si chiama Polesine Camerini.
Emulo di Ferdinando IV di Borbone che nel ‘700 aveva creato in San Leucio, nei pressi della Reggia di Caserta un villaggio ideale di illuministiche intenzioni ed un laboratorio serico di fama internazionale, Paolo Camerini volle attuare a Piazzola un progetto agricolo-industriale, per il quale vennero demoliti i “casoni” (abitazioni rurali col tetto di paglia), suddivisa la proprietà in appezzamenti regolari, costruite case coloniche, stalle, strade e canali di irrigazione. I contadini dovevano prestare la loro opera nei campi, nell’allevamento e nelle nuove industrie locali. Perciò venne eretta una centrale elettrica di 500 cavalli-vapore, poi due fornaci di laterizi, capaci di una produzione di 4-5 milioni di mattoni l’anno, una fabbrica d’acido solforico (100.000 quintali), una di concimi chimici (150.000 quintali di perfosfato) che fu la prima del Veneto, un cementificio ed uno iutificio. Il piccolo paese agricolo di Piazzola crebbe rapidamente divenendo il centro più produttivo della provincia; in poco più di dieci anni sorsero un centinaio di case coloniche ed operaie, e inoltre i bagni pubblici, un albergo, palestre e sale di riunione, il municipio, il dormitorio, le scuole e l’asilo infantile. La popolazione, che nel 1890 contava 1.900 abitanti sali nel 1914 ad oltre 4.000. Inoltre nel 1911 venne inaugurato il tronco ferroviario Padova-Piazzola (successivamente prolungato fino a Carmignano), voluto dal Camerini.
La villa di Piazzola venne riportata al primitivo splendore, con la demolizione delle parti aggiunte ed il ripristino delle logge, la decorazione interna ed un nuovo arredamento. Furono allestite una pinacoteca ed una ricca biblioteca; vezzo e comodità, venne installato un ascensore, tra i primi in Italia, con cabina ed interni in stile liberty che porta il numero di fabbrica 6 della Ditta OTIS. Le risaie contermini vennero convertite in parco, con lago e isoletta, dove fu collocato un pregevole Cristo in bronzo di Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato 1859-Torino 1933). La villa ospitò nel 1923 il congresso della “Dante Alighieri”.
Per la sua attività Paolo Camerini fu fatto Cavaliere del Lavoro nel 1902; sostenitore dell’istruzione primaria e professionale gratuita, del suffragio universale, delle autonomie comunali e della riforma tributaria sulla base dell’imposta progressiva, fu eletto fin dal 1892 Consigliere Comunale a Padova e Consigliere Provinciale di Rovigo. Come candidato liberale-progressista si presentò alle elezioni politiche suppletive del 10 giugno 1903 venendo eletto al Parlamento per il Collegio di Este-Monselice. Siederà sui banchi di Montecitorio fino al 1913, intervenendo sui bilanci dell’agricoltura, dell’industria e del commercio.
Nella crisi del dopoguerra, molte delle sue imprese industriali, che avevano avuto rapido ma precario sviluppo, dovettero cessare o passarono ad altre mani; metà del patrimonio terriero fu venduto per far fronte ai creditori. Fu nominato Duca per meriti agricolo-industriali nel 1925, pur rimanendo alieno al regime imperante. Abbandonò gradatamente gli affari e nel 1933 cedette anche lo iutificio. Mori a Piazzola il 18 novembre 1937.
Paolo Grandi
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