Carlone, il cane della stazione
Questa piccola storia vuole rinfrescare a tanti castellani il ricordo di quello che, per vari anni, fu il cane randagio da loro più amato, morto all’incirca quarant’anni fa. Carlone era un bel cane di media taglia, adulto, dal pelo fulvo e col muso largo, di razza sconosciuta. La sua presenza a Castel Bolognese risale ai primi anni sessanta, quando lo si vedeva vagare per il paese, ovvero nell’atrio della stazione ferroviaria che lui elesse a residenza. Come fosse giunto a Castel Bolognese, nessuno riuscì mai a scoprirlo, ma proprio l’aver scelto come rifugio la stazione, faceva pensare che esso fosse un superstite del disastro ferroviario di Castel Bolognese accaduto la notte del l’8 marzo 1962; certamente, in tutti gli anni di permanenza in stazione, Carlone non varcò mai, quasi terrorizzato, la porta che dà sui binari.
I ferrovieri, che per primi lo accolsero tra loro, gli prepararono un giaciglio nell’atrio della biglietteria, proprio all’angolo fra la porta d’ingresso dell’abitazione del Capo Stazione e lo sportello dell’ufficio biglietti. Sempre loro, che provvedevano spesso a nutrirlo, gli diedero il nome di Carlone, probabilmente pensando all’altro Carlone della stazione, Carlo Nenni, dapprima facchino della stazione ed addetto al deposito delle biciclette, che teneva in quel piccolo edificio tra l’ingresso dello scalo merci e la via Santa Croce, poi gestore del Bar della Stazione. Il Nenni non gradiva molto l’accostamento, tuttavia era pur vero che così in stazione un Carlo era sempre presente…
Noi bambini del viale Cairoli lo adottammo come docile compagno di giochi, spesso fra le ire delle mamme, non troppo soddisfatte della vicinanza di quel cane, che certamente non brillava per la pulizia. L’accalappiacani comunale fu il suo più strenuo nemico, dal quale riuscì a sfuggire più volte con l’astuzia e la complicità di tanti; quelle poche volte che Carlone fu condotto al canile, ne uscì poco dopo (…e non si seppe mai se le evasioni fossero spontanee o provocate!…) tornando a riconquistarsi il suo giaciglio in stazione.
Di sicuro, Carlone non soffrì mai la fame: a nutrirlo, oltre i ferrovieri, i taxisti ed il gestore del bar della stazione, ci pensava tutto il paese e, pertanto, non doveva mai fare troppa strada per trovar da mangiare. Solamente un giorno la settimana (mi sembra di ricordare il martedì) lo si vedeva di prima mattina percorrere di gran fretta viale Cairoli e tornarvi a ritroso, di passo lento, verso mezzogiorno. L’astuto cane aveva memorizzato che in quella giornata il macello comunale, che si trovava all’angolo fra Viale Umberto I, via Ravenna e via Canale, era in piena attività e, pertanto, poteva ben servirsi di bocconi prelibati; tornando così satollo nel suo rifugio.
La morte di Carlone, già vecchio e malandato, fu una notizia sofferta per noi bambini che perdevamo, così, un compagno di giochi, ma lo fu anche per tutti i ferrovieri di Castel Bolognese, per gli autisti dei bus per Riolo Terme, per i taxisti e per i tanti castellani che prendevano il treno e che ne avevano fatto una presenza fissa per l’inizio dei loro viaggi.
Ringraziamo Tiziana Tarlazzi per le rare fotografie di Carlone. Tiziana ricorda che da molti il cane veniva chiamato semplicemente Bobi.
Paolo Grandi
Pagina aggiornata con le fotografie il 22/09/2017
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