I sessant’anni della Chiesa dell’Autostrada, tappa dell’itinerario Bianciniano

di Paolo Grandi

Durante le fasi costruttive dell’Autostrada del Sole, che si compirono il 4 ottobre 1964 con l’inaugurazione dell’ultimo tratto e dopo solo sei anni dall’inizio dei lavori, la Società Autostrade pensò di edificare una chiesa per ricordare i numerosi caduti sul lavoro durante la costruzione dell’imponente opera. Il posto venne scelto simbolicamente perchè è situato alla metà esatta del percorso tra Milano e Roma ed all’incrocio con la già presente autostrada Firenze – mare. Nel settembre 1960 l’incarico per la realizzazione dell’edificio fu affidato a Giovanni Michelucci, architetto che già si era espresso a Firenze realizzando la bellissima e modernissima stazione di Santa Maria Novella.
Il progettista la ideò come una tenda, una sosta, un luogo di silenzio e di preghiera. Allorquando infatti il famoso architetto accettò l’incarico, scrisse e propose: «il concetto strutturale al quale mi sono ispirato è semplice, mi sembra e l’ho chiarito nel primo schizzo che ho fatto: una tenda portata da quattro bastoni». E tale infatti è, fatte le dovute proporzioni, la Chiesa, grandiosa e capace di contenere anche 800 persone. È la tenda dei nomadi del popolo eletto, dei popoli antichi, e dei popoli anche dell’epoca moderna che non hanno una terra stabile; è in fondo la tenda di ogni uomo che è pellegrino verso il Cielo.
La chiesa, dedicata a San Giovanni Battista fu consacrata dall’allora Arcivescovo di Firenze cardinale Ermenegildo Florit il 5 aprile 1964; da allora in poi migliaia di pellegrini, gruppi parrocchiali, viaggiatori, turisti, ingegneri, architetti sono entrati nella “tenda”: chi per pregare e cercare il silenzio e chi per ammirare l’opera architettonica di Michelucci. Spicca tra tutti, il nome di Karol Wojtyla, futuro Giovanni Paolo II, il quale il 14 novembre 1965, allora vescovo ausiliare di Cracovia, si recava a Roma per il Concilio Vaticano II, e qui si fermò, scrivendo nel registro questa dedica-augurio: «Deus adiuvet in ministerio» (Dio aiuti nel vostro servizio).
L’interno è preceduto da un ampio nartece, avente da una parte la funzione di introibo alla chiesa e dall’altra quella di una galleria atta ad ospitare i grandi bassorilievi raffiguranti tutte le città collegate dalla nuova autostrada. La planimetria è molto articolata e richiama l’architettura paleocristiana; la forma della pianta è stata di volta in volta collegata al tema della nave, cioè l’Arca della Salvezza, della montagna, riferendosi al sacrificio del Calvario e dell’albero: l’albero della vita.
Nello spazio centrale si affaccia un soppalco che richiama al matroneo delle chiese romaniche, in pratica una seconda chiesa con altare che il Michelucci immagina come l’altare degli sposi. Qui è pure posto l’organo con 1.600 canne. Infine, un percorso a spirale conduce al battistero, con al centro il fonte battesimale (monolite in granito con coperchio in bronzo di Enrico Manfrini raffigurante l’Arca di Noè, la Crocifissione e la Resurrezione) e su di un lato una statua in bronzo di San Giovanni Battista, e quindi a un’uscita sul fronte Est.
Numerose opere d’arte ornano l’edificio sacro: vi sono le sculture di Emilio Greco, il Crocifisso di Iorio Vivarelli , il portone di bronzo di Pericle Fazzini che nell’insieme costituiscono uno degli esempi di architettura sacra moderna più solidi e affascinanti. Ma anche ad Angelo Biancini fu chiesta un’opera: si tratta di un altorilievo in pietra arenaria raffigurante le Nozze di Cana che adorna, appunto, il cosiddetto Altare degli Sposi.
Esaminando la scultura, pare che Biancini abbia fissato la scena raccontata nel Vangelo di Giovanni nel momento in cui Maria dice al figlio: «Non hanno più vino» e Gesù le risponde: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora»; madre e figlio infatti stanno in primo piano, quasi dandosi la mano, con la Madonna leggermente china davanti al Figlio. Dietro di loro si avvicina un servitore al quale tosto Maria dirà: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».ed alcune giare piene d’acqua gli sono vicine. In secondo piano, ignari di tutto ciò che sta accadendo, stanno a tavola gli invitati di nozze.

Bibliografia di massima:
-https://www.artesvelata.it/chiesa-autostrada-michelucci/
-https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/l-anniversario-della-chiesa-sulla-a1-luogo-di-passaggio/
-https://www.comune.campi-bisenzio.fi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3347/

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