Cenni storici sulla Torre Civica di Castel Bolognese
La torre civica di Castel Bolognese non fu costruita nel 1394, come è stato tradizionalmente accettato per lungo tempo, da Giovanni da Siena, che si trovava a Castel Bolognese, su incarico del Senato Bolognese, per ultimare la costruzione della rocca. Una prima costruzione del manufatto risaliva in realtà al 1388-89 ed era completamente in legno, ma con copertura in laterizio. Inizialmente la torre svolgeva una funzione diversa ma altrettanto importante: costituiva l’unica porta di accesso del primitivo Castel Bolognese, costruito a monte della via Emilia. Nella pergamena del 1389, che sancisce in qualche modo la nascita della comunità di Castel Bolognese, al punto decimo si nomina chiaramente il campanile della porta del castello, il quale doveva essere rinforzato per sostenere il peso di una campana di 2000 libbre ed era munito di un ponte fisso che permetteva l’accesso al castello.
Nel 1421, dopo l’espansione del castello, la torre-porta, ancora completamente in legno, costituiva l’accesso al castello vecchio e l’ingresso era garantito da due ponti levatoi, di cui uno carrabile e l’altro pedonale. Sulla torre, come testimoniano varie fotografie, era murata appena sopra l’arco di essa la cosiddetta lapide di Louis Allemand (oggi murata nel portico della residenza municipale) risalente al 1425, che ricordava alcuni lavori di miglioria al castello (erano stati riscavati i fossati): per lungo tempo si è tradizionalmente creduto (come si legge anche in un bell’articolo scritto da Antonio Corbara) che tale lapide fosse stata murata sulla torre in occasione di un suo innalzamento.
In realtà la lapide Allemand nulla aveva a che fare con la storia della torre, la quale fu rifatta in muratura qualche decennio dopo il 1425, probabilmente attorno alla metà del XV secolo, come ipotizza lo studioso Lucio Donati, che così scrive: “si noti innanzitutto che nelle riproduzioni fotografiche anteguerra la facciata della torre non presenta la minima traccia di fessure per le stracche di sollevamento di eventuale ponte levatoio, quindi si ipotizza che la torre sia stata eretta quando oramai la fossa di mezzo (che si sviluppava parallelamente alle vie Antolini e Ginnasi, ndr) non costituiva più elemento fondamentale nel sistema difensivo castellano”. Il castello, oramai, si era ingrandito e quindi la torre, che non svolgeva più la funzione di porta, divenne a tutti gli effetti torre civica.
La torre aveva in tutto, almeno nei suoi ultimi secoli di vita, due campane (dell’esistenza di una terza, tramandata oralmente, non esistono prove documentarie). Sin dalla costruzione del primo manufatto in legno era dotata di una campana. Nel 1621 fu fusa una campana piccola, mentre nel 1718 fu rifusa la campana maggiore: su quest’ultimo intervento esiste ampia documentazione, riguardante sia la fusione, sia la cerimonia di “inaugurazione”, sia il contratto col fonditore, Gasparo Landi di Cesena. Sconosciuta è la data in cui fu posto l’orologio sulla torre; abbiamo comunque notizia di vari rinnovamenti apportati ad esso, datati 1786, 1861 e 1914.
In occasione della fusione della campana maggiore, datata 1718, la torre subì una modifica : furono abbassati i finestroni sia per motivi acustici, sia per facilitare la vista della campana stessa e venne poi fatto il coperto. Il terremoto del 4 aprile 1781, che causò fra le altre cose il crollo del campanile di San Francesco, danneggiò in modo notevole anche la torre. Un perito, chiamato a fare una ricognizione sui danni, verificò che era “nella giunta dell’ultimo piano in pessimo stato, e però necessaria di pronto riattamento“. Stando alla documentazione, i lavori di restauro durarono pochissimi mesi e furono necessarie diecimila pietre e duecento corbe di calcina.
L’ultimo intervento significativo è datato 1926, anno in cui fu modificato l’ingresso che portava all’interno della torre. Fino ad allora si accedeva ad essa mediante una scaletta che posava in una catapecchia appoggiata direttamente alla torre; stonatura edile che solo nel 1926 venne risolta dalla genialità del liutaio Nicola Utili. La catapecchia venne abbattuta e in sua vece fu aperta nel fianco della torre una porta stilizzata chiusa da una scala porta che si apriva e chiudeva mediante una manovella posta in una nicchia in basso, e innestata in un perno girevole.
Il passaggio del fronte, durante la seconda guerra mondiale, segnò la fine della storia della torre. Nei lunghi mesi di sosta del fronte lungo il Senio, essa fu danneggiata leggermente nella parte di levante e i tedeschi se ne servirono per mesi come osservatorio. Il giorno 4 febbraio 1945, temendo che nello stato in cui si trovava potesse servire al nemico, la cui avanzata era imminente, i tedeschi minarono la torre alla base e la fecero saltare, riducendola a un cumulo di macerie. Varie testimonianzericordano quel momento e il senso di sgomento che ne seguì nel paese, già provato da vari mesi di bombardamenti e di lutti.
Si concludevano così 5 secoli di storia dell’edificio simbolo del paese, che aveva accompagnato e scandito la vita di Castel Bolognese sin dalla sua nascita. Tuttora la torre è considerata il simbolo del paese, una sorta di invisibile sentinella che spesso è stata usata come logo in varie iniziative commerciali e culturali, ed inoltre compare sulle buste intestate del Comune, accanto alla dicitura (non troppo esatta dal punto di vista storico…): “Senatus Bononiensis aedificavit, bellum destruxit. 1394-1945“. Nel 2005, in occasione del 60° anniversario della distruzione, un’apprezzata mostra ne ha ripercorso la storia. La documentazione storico-fotografica raccolta all’epoca attende ancora di essere pubblicata, a dispetto di quanto annunciato dalle Autorità in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione.
Nel 1981, in occasione di lavori stradali in piazza Bernardi, sono riaffiorate le fondamenta di destra della torre e, inoltre è stato trovato, integro, un ponte ad unica arcata in muratura, che permetteva di attraversare un canale (che scorreva al posto della fossa, caduta in disuso, della prima cinta muraria) interrato tra il XV e XVI secolo. Sarebbe auspicabile che, se partisse l’intervento di riqualificazione della piazza, le tracce dell’antica torre fossero tenute nella dovuta considerazione.
Andrea Soglia
Lascia un commento