Ricordo di Don Sante Orsani, parroco della Costa e Priore di Valsenio
di Paolo Grandi
Da oltre cinquant’anni don Sante e la parrocchia della Costa erano una cosa sola: lui ne era guida spirituale, tuttofare e motore di tante iniziative ove sapeva coinvolgere anche molti parrocchiani. Era arrivato lassù nel 1962 come cappellano, poi subentrò come Arciprete e da quella chiesa, che domina la strada Casolana non s’è più mosso. Nato da una famiglia contadina a Riolo Terme nel 1933, avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 24 settembre; frequentò il Seminario di Imola dove suo Prefetto fu don Serafino Donattini, zio di mia moglie purtroppo tragicamente scomparso nel 1956, e venne ordinato Sacerdote dal vescovo Carrara nel 1959.
Alla morte dell’ultimo parroco residente di Valsenio aveva di buon grado accettato l’incarico di amministratore parrocchiale ed in questa veste promosse, curò ed inaugurò i restauri di quella bella Abbazia durati alcuni anni e che ci hanno restituito quell’edificio in tutto il suo splendore arricchendone la storia grazie ai preziosi ritrovamenti scoperti durante i lavori.
Ma anche la piccola e bella chiesa della Costa di Borgo Rivola era stata a suo tempo oggetto di profondi restauri che don Sante aveva promosso: entrando in chiesa si notavano subito l’ordine, la cura degli altari, la pulizia e magari si veniva accolti dal bel suono dell’organo, pure questo da lui restaurato, molte volte suonato da don Sante stesso! Che poi il titolo di “don” non sarebbe stato neppure da usare nei suoi confronti al quale sarebbe occorso dare il titolo di “Reverendo Monsignore”: infatti per disposizione papale risalente ai secoli passati l’Arciprete della Costa gode del titolo e delle onoreficenze di “Protonotario Apostolico” soprannumerario, una carica di cui si sente poco parlare al di fuori di Roma in quanto sono solo 14 i soprannumerari extra Urbem. E proprio con la veste canonica di Protonotario lo abbiamo visto il 24 settembre scorso in occasione della grande festa data dai Parrocchiani per i suoi “primi” novant’anni!
Dotato di sottile ironia, protagonista di scherzi già all’epoca del Seminario, don Sante scherzava spesso sulla sua età e in chiesa ti portava verso una piccola edicola, dove si trova una targa con l’elenco di tutti i parroci di Borgo Rivola. L’ultima riga riporta il nome don Sante Orsani e la data del 1968; e qui diceva sorridendo: «voglio farci incidere un simbolo dell’infinito». E se sempre lui sarà in infinito il Parroco della Costa nel ricordo dei tanti Parrocchiani e fedeli da Lui incontrati, qualcuno accanto a quella data scriverà 29 luglio 2024.
Un legame particolare vincolava don Sante a Castel Bolognese: qui infatti vivono un fratello, agricoltore a Casalecchio ed una sorella, vedova di Gian Andrea Dal Pane, oltre a tanti nipoti e pronipoti. Spesso quindi lo incontravi in piazza o sotto i portici oppure davanti all’Altare ove era venuto per celebrare una qualche Messa. Ma di tanti era anche guida spirituale, fra costoro si ricorda Novella Scardovi, testimone di accoglienza e carità.
Il suo carattere, ove scaturiva una nota di leggerezza che è sempre servita per incoraggiare le persone al suo fianco e che spesso si confondeva con l’amenità, si scuriva con severità se il protagonista del dialogo era il Demonio. Don Sante infatti aveva praticato esorcismi e, si dice da parte di testimoni, avesse addirittura in un cassetto la fotografia del Diavolo.
Amante delle arti ed in particolare della musica, era un discreto suonatore di organo ed a volte ha accompagnato la corale di San Petronio in alcune solennità, specie per Pentecoste. Proprio per questo motivo aveva trasformato l’abbazia di Valsenio in un caposaldo degli appuntamenti musicali in vallata. Un’altra occasione che mi piace ricordare sono le serate del concorso canoro “Ri…cantare a Riolo” organizzato per tanti anni dall’infaticabile Giuliana Montalti e del quale noi due componevamo parte della Giuria, lui quale Presidente. Ma accanto a questi non mancavano altre iniziative culturali, di preghiera e di aggregazione che hanno contribuito a tenere viva e unita le sue comunità e i suoi parrocchiani.
Ma don Sante amava pure la natura e le montagne e fu tra I primi a portare lo Scoutismo di ispirazione Cristiana nella nostra Vallata.
Al suo funerale, celebrato il 1 agosto dal vescovo di Imola con l’assistenza di tanti Sacerdoti e al Rosario recitato la sera precedente hanno partecipato tantissime persone che non si è riuscito a contenere in Chiesa. Anche il canto, il “bel canto” che lui gradiva, ha accompagnato le funzioni dando loro la dovuta solennità.
Nel ricordino consegnato si legge: “Il Signore lo accolga fra le sue braccia! Il suo esempio e il suo ricordo rimangano impressi nel nostro cuore! Grazie don Sante!
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