Un raro ritratto di Giovanni Antonio Antolini

Fino al 2000 l’aspetto dell’architetto Giovanni Antonio Antolini era sostanzialmente conosciuto solo da pochi studiosi e totalmente ignoto nel suo paese di origine. Esistevano alcuni disegni e incisioni che lo ritraevano, ma solo con la pubblicazione della prima edizione della sua biografia, curata dall’architetto Maria Giulia Marziliano, uno di essi è stato divulgato su vasta scala.
Mancava ancora un vero e proprio ritratto, fino a quando, nel 2007, è entrato nelle disponibilità dell’antiquario milanese Orsini ed è stato pubblicato sul suo catalogo Orsini arte e libri del 2007, pp. 19-21. Si tratta di un piccolo ma notevole olio su cartone eseguito nel periodo compreso tra il 1825 e il 1830 circa: l’opera è attribuita al periodo giovanile del pittore milanese Giuseppe Molteni. Il ritratto è ora confluito in una collezione privata.
Vi proponiamo qui di seguito la scheda di presentazione del Ritratto dell’architetto Giovanni Antonio Antolini, pubblicata dall’antiquario Orsini.
Ringraziamo sentitamente l’architetto Maria Giulia Marziliano per la segnalazione. (A.S.)

Giuseppe Molteni

(Affori, Milano, 1800 – Milano, 1867)

Ritratto dell’architetto Giovanni Antonio Antolini, 1825-1830
Olio su cartone, 19,5 x 16,5 cm
Firmato a sinistra: “Molteni F.”

La figura di Giovanni Antonio Antolini è indissolubilmente legata al “magnifico progetto” per la costruzione di Foro Bonaparte a Milano, un’idea grandiosa, concepita nel 1800, che avrebbe dovuto esprimere attraverso l’architettura, rigorosamente neoclassica, una società modellata sugli ideali della Rivoluzione Francese di cui allora Napoleone si era fatto portavoce.
La carriera di Antolini, nato a Castel Bolognese nel 1754 (1), si sviluppa inizialmente tra Roma, le Marche, l’Umbria e la Romagna dove progetta ponti, opere idrauliche e residenze di nobili committenti, rivelandosi uno dei più importanti fautori della trasformazione dell’architettura italiana in direzione delle nuove idee fondate sul razionalismo provenienti da Oltralpe.
I disegni eseguiti per un arco di trionfo da erigersi a Faenza e la vittoria di un concorso per la costruzione di otto piramidi nell’ex lazzaretto di Milano in onore dei caduti di guerra, convincono Napoleone che Antolini sia l’uomo giusto a cui affidare la realizzazione del Foro.
Il piano, presentato al Generale in persona nel 1801, prevede la creazione di un’immensa piazza circolare intorno al Castello Sforzesco, destinato a diventare sede del governo repubblicano; sotto il portico sarebbero sorti gli edifici pubblici circondati da un canale navigabile collegato al Naviglio.
Antolini riceve la carica di architetto e direttore dei lavori, ma il progetto non va oltre la posa della prima pietra per la conflittualità sorta con l’Amministrazione, che lo giudicava troppo costoso, i rancori e l’invidia dei colleghi.
Smaltita l’iniziale delusione, decide di investire comunque sul suo progetto pubblicando le tavole illustrative del Foro in una prestigiosa edizione bodoniana, e ricomincia le sue peregrinazioni per l’Italia che lo porteranno ad erigere prestigiosi cantieri a Mantova, Modena e Venezia, mentre a Bologna gli viene assegnata la cattedra di Architettura all’Accademia di Belle Arti.
Nel 1816 si trasferisce nuovamente a Milano, dove rimarrà fino al 1832. Ed è proprio a questo periodo che si può far risalire l’esecuzione del ritratto assolutamente inedito che qui proponiamo, di eccezionale importanza poiché è l’unico conosciuto che raffigura il grande architetto, il cui aspetto finora era noto soltanto attraverso un’incisione.
Il dipinto, di chiara destinazione privata, è opera giovanile di Giuseppe Molteni, che probabilmente conobbe Antolini frequentando lo studio milanese di Pelagio Palagi, grande amico e conterraneo dell’architetto.
La datazione del dipinto oscilla tra il 1825 e il 1830, periodo in cui Francesco Hayez esegue quello straordinario ritratto di gruppo in cui erano raffigurati, oltre all’esecutore, anche Molteni, Palagi, Giovanni Migliara e il letterato Tommaso Grossi.
Quella stessa atmosfera intima e familiare, così distante dai ritratti alla moda che più avanti avrebbero fatto la fortuna di Molteni, traspira anche da questo piccolo ovale, dove l’architetto, dall’acconciatura bizzarra, esprime attraverso uno sguardo fiero e penetrante tutta quella vitalità che ancora lo contraddistingue nonostante l’età molto avanzata.

Bibliografia di riferimento:
Giuseppe Molteni (1800-1867) e il ritratto nella Milano romantica, catalogo della mostra, Milano 2000; M.G. Marziliano, Giovanni Antonio Antolini. Architetto e Ingegnere (1753-1841), Faenza 2003; Architettura e urbanistica in età neoclassica. Giovanni Antonio Antolini. Atti del 1° Convegno di studi antoliniani, a cura di M.G. Marziliano, Faenza 2003.

(1) La data esatta di nascita è il 1753, così come verificato da Giovanni Emiliani nel 1883 con l’individuazione dell’atto di battesimo nei registri della Parrocchia Arcipretale di San Petronio, in Castel Bolognese. Cfr. Emiliani G., Gli uomini illustri di Castel Bolognese. Appunti biografici di Giovanni Emiliani. Per le Nozze Dal Prato-Sangiorgi, Tipografia Marabini, Faenza, 1883. (A.S.)

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