Ernesto Luigi Tamburini (1883-?)
Nasce a Castel Bolognese (RA) il 19 novembre 1883 da Pietro e Barbera Calanchi, macchinista ferroviere. Nel 1891, quando ha solo 7 anni, resta orfano di padre. Nel settembre 1892 (dopo un breve periodo trascorso a Forlì, forse presso parenti) si trasferisce a Bologna con la madre e i fratelli. Frequenta le scuole tecniche, è di buona cultura. Nel 1906 si sposa a Bologna con Anella Carboni, da cui ha una figlia. La sua attività politica giovanile non è documentata, ma prima di aderire al movimento anarchico è iscritto al PSI. Nel 1917 arriva a Lucca proveniente da Mestre. Fino al 1922 è attivissimo sia come anarchico che come membro dello SFI e della CdL. Fa parte del gruppo “Pietro Gori” di Lucca, tiene conferenze, parla in pubblici comizi, è in contatto con Errico Malatesta. Come sindacalista promuove scioperi e agitazioni: nel giugno 1920 subisce due condanne per aver impedito la partenza di treni che trasportano attrezzi militari e agenti della forza pubblica. Collabora a “Umanità Nova” e prende parte al Congresso di Bologna della UAI (1-4 luglio 1920), nel corso del quale interviene più volte nel dibattito ed è anche chiamato a presiedere i lavori della quarta giornata. Nel settembre successivo, durante lo sciopero dei ferrovieri, T. porta, senza il consenso del Capo Stazione, tre carri di materie prime all’interno dello stabilimento di Fornaci di Barga occupato dagli operai. Per questo episodio, e perché accusato di violenza e oltraggi nei confronti del Capo Stazione, nel maggio 1922 la Corte d’Assise di Lucca lo condanna a tre anni, undici mesi e ventisette giorni di reclusione. Nel settembre 1922 espatria clandestinamente e nel marzo 1923 ottiene dal Consolato italiano di Innsbruck il passaporto, con la possibilità di regolarizzare il soggiorno in Austria. Risiede a Innsbruck e lavora come operaio meccanico. Mantiene contatti col movimento anarchico in Italia e nel 1926 è abbonato a “Pensiero e Volontà”. Intrattiene una intensa corrispondenza con antifascisti fuoriusciti in Svizzera, in Francia e in Germania. Nel 1927 collabora con Luigi Fabbri, esule in Francia, per introdurre clandestinamente in Italia giornali antifascisti. E’ in corrispondenza inoltre con Luigi Bertoni ed E. Malatesta. All’inizio degli anni ’30 aderisce al Partito socialdemocratico austriaco, collabora con l’organizzazione Schutzbund ed è direttore del pastificio di Innsbruck, di proprietà del partito. Dopo il 1933 si ritira dalla vita politica attiva e pare si avvicini al regime fascista, diventando un informatore della polizia politica italiana. Nel 1934, dopo la disfatta del movimento operaio austriaco, è arrestato con l’imputazione di avere nascosto a partire dal 1930 delle armi nei locali dello stabilimento da lui diretto, ma viene poi rilasciato in quanto “ravveduto”. Nel 1942 risulta ancora residente a Innsbruck. Nel 1946 è incluso nell’elenco dei confidenti dell’OVRA. Si ignorano data e luogo di morte.
FONTI: ACS, CPC, b. 5015, ad nomen.
BIBLIOGRAFIA: Scritti su T.: El Congreso de Bolonia de la Unión Comunista Anárquica Italiana, Buenos Aires, Editorial Argonauta, 1920; Luce Fabbri, Luigi Fabbri. Storia di un uomo libero, Pisa, BFS, 1996; M. Franzinelli, I tentacoli dell’ ovra, Torino, Bollati Boringhieri, 1999; P. La Torre, Il Congresso della UAI di Bologna (1920), “RSA”, a. VIII, n. 2 (16), lug.-dic. 2001.
Gianpiero Landi – Italino Rossi
Nota: Il nome completo registrato all’Anagrafe è Ernesto Luigi. Il nome della madre sembra sia BARBERA (non Barbara). Fonte: Anagrafe del Comune di Castel Bolognese. Presso i Registri dello stesso Comune risulta inoltre che:
- il padre muore nel 1891
- la madre nel 1892 si trasferisce a Bologna (la madre risulta nata a San Lazzaro, vicino a Bologna)
- Ernesto, che ha solo 8 o 9 anni, nello stesso anno 1892 si sarebbe trasferito a Forlì (è probabile che sia un errore e che il luogo esatto sia Bologna, a meno che non sia stato mandato in un Collegio o presso parenti)
- Ernesto si sposa nel Comune di Bologna il 2 luglio 1906 con Carboni Anella
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