Emma Neri Garavini (1897-1978)
Nasce a Cesena (FC) il 5 settembre 1897 da Eligio e Elvira Della Bella, insegnante elementare. Il padre è un ragioniere socialista e le condizioni economiche della famiglia le consentono di studiare e di conseguire il diploma di maestra elementare. In seguito frequenta un corso presso l’Università di Bologna e ottiene l’abilitazione come direttrice didattica, ma preferirà sempre insegnare come maestra per essere a contatto diretto con gli alunni. Fin da giovanissima aderisce agli ideali socialisti del padre. Dopo le prime brevi esperienze di lavoro nelle scuole di alcune località del cesenate e della provincia di Forlì, nel 1921 ottiene un posto di insegnante nella scuola elementare di Castel Bolognese (RA). Qui conosce il giovane anarchico Nello Garavini, di cui diverrà l’inseparabile compagna per tutta la vita, condividendone da ora in poi tutte le vicende. A contatto con Garavini e con gli altri libertari castellani, particolarmente numerosi e attivi, N. approfondisce le proprie convinzioni politiche e aderisce all’anarchismo. L’unione della giovane coppia viene formalizzata con il matrimonio civile il 4 giugno 1923. Nel 1924, dopo il delitto Matteotti, si trasferisce a Milano con il marito che si è esposto nella lotta contro il fascismo e che per questo è stato già aggredito e picchiato due volte. Il 19 ottobre 1924 nasce Giordana, l’unica figlia della coppia, destinata a proseguire l’opera dei genitori nell’ambito dell’anarchismo castellano. Per due anni i Garavini frequentano l’ambiente dei libertari milanesi, e stringono un’intima amicizia in particolare con Carlo Molaschi e con la sua compagna Maria Rossi. Nel 1926, per sfuggire dalle persecuzioni e per continuare a svolgere attività antifascista, emigrano in Brasile, stabilendosi a Rio de Janeiro. Inizia un esilio che durerà più di venti anni e che perlomeno nei primi tempi sarà caratterizzato da difficoltà economiche e da disagi di vario genere. Nei primi anni entrambi i coniugi devono adattarsi a svolgere i più disparati lavori, fino a conseguire una relativa agiatezza economica. Nonostante i pericoli – il Brasile in quegli anni è quasi ininterrottamente governato da feroci dittature – i Garavini continuano la loro attività politica, rivolta soprattutto alla lotta contro il fascismo italiano. Frequentano gli ambienti antifascisti, conoscono anarchici di tutto il mondo e mantengono i contatti con alcuni compagni italiani esuli in altri Paesi. Partecipano alle attività della “Liga Anticlerical”, fondata da José Oiticica, esponente di rilievo dell’anarchismo brasiliano. Una amicizia particolarmente stretta li lega a Luigi Fabbri fino alla sua morte a Montevideo nel 1935, e a sua figlia Luce. Un’altra amicizia profonda è quella con Libero Battistelli, avvocato bolognese repubblicano aderente a “Giustizia e Libertà”, e con sua moglie Enrichetta, esuli anch’essi in Brasile. Battistelli morirà combattendo nel 1937 sul fronte di Huesca in Spagna, dove era accorso dopo l’inizio della guerra civile. Nel 1931, in occasione della Trasvolata Atlantica di Italo Balbo e della sua squadriglia, Emma N. e Enrichetta Battistelli diffondono migliaia di volantini antifascisti nelle principali vie di Rio de Janeiro, accusando Balbo e i suoi squadristi per l’assassinio di Don Minzoni avvenuto nel 1923 ad Argenta. Poco dopo questo episodio Emma perde l’incarico di insegnante alla scuola italiana gestita dalla Società Dante Alighieri, ormai definitivamente fascistizzata. Dal 1933 al 1942 i Garavini gestiscono una libreria (la “Minha Livraria”) che diventa un luogo di ritrovo e di discussione per tutto l’ambiente di sinistra e antifascista di Rio. Numerose sono, nel corso degli anni, le perquisizioni e le limitazioni da parte della polizia politica. Per qualche tempo alla libreria si affianca anche una piccola attività editoriale, con la pubblicazione di libri di cultura politica, sociale e letteraria. Nel 1947 i Garavini rientrano definitivamente in Italia, a Castel Bolognese. Riallacciano i rapporti con i vecchi compagni sopravvissuti e riprendono la loro attività all’interno del gruppo anarchico locale, ricostituito subito dopo la fine della guerra. Aderiscono subito alla FAI, a cui resteranno poi sempre legati, e partecipano a numerosi Congressi e Convegni della Federazione fino agli anni Settanta. Prendono parte anche al Congresso della IFA tenutosi a Carrara nell’estate del 1968. Con la rinascita libertaria seguita agli avvenimenti del 1968 la loro casa si riempe di giovani, molti dei quali rimangono affascinati dalla personalità di Emma, dalla sua sensibilità e dalla rara capacità comunicativa. Muore a Imola, presso il cui Ospedale è da tempo ricoverata, il 2 febbraio 1978.
Gianpiero Landi
FONTI: ACS, CPC, Garavini Nello; ivi, Neri Eligio; BLAB, Fondo Emma Neri Garavini; ivi, Fondo Nello Garavini; ivi, N. Garavini,Testimonianze, dattil. inedito; [G. Landi], Biografia di Emma, “La Questione Sociale” (Forlì), a. II, n. 8, marzo 1978; Gruppo anarchico di Castel Bolognese, Emma Garavini Neri, “Umanità Nova”, a.LVIII, n.12, 2 aprile 1978.
BIBLIOGRAFIA: Scritti di N.: Prefazione a C. Molaschi, Pietro Gori, Milano, Il Pensiero, 1959. Scritti su N.: A. Taracchini, L’associazionismo anarchico a Castelbolognese, in Associazioni e personaggi nella storia di Castelbolognese, Imola, Galeati, 1980; Il movimento anarchico a Castelbolognese (1870-1945), Castel Bolognese, Grafica Artigiana, 1984; Luce Fabbri, Luigi Fabbri. Storia di un uomo libero, Pisa, BFS, 1996; G. Landi, Emma Neri Garavini, “Bollettino Archivio G. Pinelli”, n. 12, gennaio 1999.
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