Antonio Raccagna (1868-1939)
Nasce a Castel Bolognese (RA) il 30 aprile 1868 da Giuseppe e Giovanna Bertini, pastaio. Detto Gnazi e anche Gobb de Sobbiana. Non frequenta neppure le prime classi delle scuole elementari. Aderisce in gioventù al movimento anarchico, nel quale esercita poca influenza ma prende parte a tutte le manifestazioni locali. Nelle fonti di polizia viene considerato “di carattere prepotente, di infima educazione, intelligenza limitata”. Dalla voce pubblica viene ritenuto uno dei responsabili dell’abbattimento e dell’asportazione della croce della Chiesa di San Petronio, avvenuto nella notte del 31 marzo 1890. Nel 1892 è socio del Circolo di Studi Sociali di Castel Bolognese (a cui partecipano socialisti, repubblicani e anarchici), ma si dimette con una decina di altri anarchici intransigenti per solidarietà con Raffaele Cavallazzi, accusato di “atteggiamento autoritario” ed espulso, perché ha cercato di contrastare la linea riformista e gradualista del socialista Umberto Brunelli e di spostare il Circolo stesso su posizioni più radicali. La sera del 31 maggio 1894 prende parte a una manifestazione di solidarietà con i Fasci siciliani che si tiene per le strade e le piazze di Castel Bolognese, al termine di un discorso del dottor Brunelli, con grida di “W la Sicilia”, “W la rivoluzione sociale” e altre frasi sovversive. Per questo episodio viene processato con altri 18 anarchici e socialisti e il 18 agosto viene condannato a 3 mesi di detenzione e 50 lire di multa per “grida sediziose” e “apologia di fatti delittuosi”. Nel gennaio 1895 viene proposto per l’assegnazione a domicilio coatto in base alla Legge del 19 luglio 1894, ma la Commissione provinciale non prende in esame la richiesta. Nell’aprile 1896 subisce un altro processo ma la Pretura di Faenza dichiara insufficienti le prove. Nell’aprile 1897 parte per la Grecia per combattere come volontario nella guerra greco-turca. Sono con lui altri 5 castellani di cui uno, Giovanni Capra, socialista anarchico (gli altri sono Paolo Dall’Oppio, Paolo Lanzoni, Ugo Silvestrini, Giovanni Tosi). Si arruolano nella Camicie Rosse di Ricciotti Garibaldi, e vengono inquadrati nel primo battaglione al comando dell’ufficiale garibaldino Luciano Mereu. Il 17 maggio prendono parte alla battaglia di Domokos al termine della quale tra i morti si contano anche i castellani Capra e Silvestrini, mentre Dall’Oppio viene ferito gravemente a una gamba. Il 3 giugno, dopo la conclusione sfortunata della campagna, R. ritorna a Castel Bolognese. Firma la protesta per il processo di Ancona a carico di Malatesta e compagni per “associazione di malfattori” pubblicata nel Supplemento de “L’Agitazione” dell’aprile 1898, e la successiva protesta per un altro processo agli anarchici del capoluogo marchigiano per “associazione sediziosa” (“L’Agitazione”, luglio 1900). Nel settembre 1900, nel clima repressivo seguito al regicidio di Bresci, viene denunciato per associazione a delinquere quale uno dei componenti il Gruppo socialista-anarchico di Castel Bolognese sciolto d’autorità. Ricercato, si rende latitante, e nel dicembre il Tribunale di Ravenna lo proscioglie per il reato di “associazione sediziosa”. Il 17 febbraio 1903 è promotore di un pubblico comizio anticlericale. Negli anni successivi, pur continuando a professare le stesse idee e a frequentare compagnie e riunioni di anarchici, non dà luogo a rimarchi. Dopo lo scoppio della Prima Guerra mondiale diventa interventista. Nel febbraio 1923 si iscrive al Fascio di Castel Bolognese, ma la sorveglianza su di lui prosegue per alcuni anni dato che le autorità sospettano che non abbia definitivamente abbandonato i principi anarchici prima professati. Viene radiato dallo schedario dei sovversivi nel gennaio 1928. Nel settembre dello stesso anno si trasferisce a Bologna e da qui in seguito a Riolo Bagni (oggi Riolo Terme), dove per anni gestisce un forno. Muore a Riolo Terme (RA) il 13 aprile 1939.
FONTI: ACS, CPC, ad nomen (Raccagni, anzichè correttamente Raccagna); BLAB, Fondo Anarchici castellani; ivi, N. Garavini, Testimonianze, dattil. inedito; Da Castel Bolognese, “Il Lamone” (Faenza), a.XVI, n.18, 25 apr. 1897; La Commemorazione pei caduti di Domoko a Castel Bolognese, ivi, a.XVI, n.23, 30 mag. 1897; Da Castel Bolognese. L’arrivo dei superstiti di Domoko, ivi, a.XVI, n.24, 6 giu. 1897.
BIBLIOGRAFIA: G.R. Serrantoni – E. Tamburini, Alla campagna di Grecia. Aprile-Maggio 1897, Imola, Lega Tipografica, 1897; P. Marincola-Cattaneo, In Grecia. Ricordi e considerazioni di un reduce garibaldino, Catanzaro, Tip. del Giornale il “Sud”, 1897 (il nome di R. compare nell’ elenco dei volontari come Racagni); R. Garibaldi, La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897, Roma, Tip. Coop. Sociale, 1899 (il nome di R. non compare nell’elenco dei volontari); M. Campana, Il 40° annuale della battaglia di Domokos – I due superstiti di Castelbolognese, “Corriere Padano”, 16 mag. 1937; F. Serantini, Le rimembranze, “Giornale dell’Emilia”, 23 giugno 1949; F. Serantini, Le ricordanze, in Id., Racconti, a c. di G. Maramotti Bosi, Bologna, Calderini, 1970; P. Costa, Un paese di Romagna. Castelbolognese fra due battaglie (1797-1945), Imola, Galeati, 1971; S. Borghesi, Camicie Rosse a Domokos, “La Piè”, a.XLIII, n.4, lug.-ago. 1974; P. Costa , Comune e popolo a Castelbolognese (1859-1922), Imola, Galeati, 1980; I Garibaldini. Per una storia del Risorgimento a Castelbolognese, Mostra storico-documentaria 28-31 maggio 1982, Centro stampa del Comune di Castelbolognese, 1982 (ciclost.); Castelbolognese nelle immagini del passato, Imola, Galeati, 1983; Il movimento anarchico a Castelbolognese (1870-1945), Castel Bolognese, Grafica Artigiana, 1984.
Gianpiero Landi
- La data di nascita: 30 aprile 1868 (non 1° maggio 1868) [Fonte: Anagrafe di Castel Bolognese]
- La data di morte: 13 aprile 1939 (non 23 aprile) [Fonte: Anagrafe di Riolo Terme]
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