La veduta della “Fonda”: dalla fotografia di don Stefano Bosi all’opera pittorica di Stefano Zaniboni
di Andrea Soglia
Ha suscitato interesse e ammirazione l’opera pittorica su muro eseguita dall’artista castellano Stefano Zaniboni in piazzale Poggi fra i giorni 5 e 9 settembre 2022. Innumerevoli i post sui social network (con blogger e influencer più o meno famosi in azione), ancora di più i fotografi che, in una processione quasi continua, hanno immortalato l’artista al lavoro e l’opera nelle varie fasi della realizzazione. Nel mare dei post (destinati ben presto ad essere dispersi) abbiamo selezionato alcune fotografie da accompagnare al testo di questa pagina, che vuol fissare, in maniera meno labile, questo avvenimento.
L’opera pittorica, che rappresenta una veduta della Fonda (antico nome di piazzale Poggi) nel 1910 circa, si inserisce nel progetto urbanistico di riqualificazione di Piazzale Poggi, curato e diretto dallo Studio Lambertini Mainardi. Stefano Zaniboni ha così descritto il suo lavoro: “La riproduzione storica de La Fonda richiama il grigio della pietra lavica della pavimentazione, con leggeri accenni di colore in un dialogo aperto tra passato nostalgico e la nuova Piazza Poggi. Un continuo confronto necessario per riattivare la memoria nei luoghi che amiamo vivere nel presente”.
Una magnifica e grande cartolina che si basa su una bellissima fotografia scattata nel 1910 circa da un altro Stefano, il sacerdote Stefano Bosi (1880-1940) che, all’inizio del ‘900, era uno dei pochi castellani in possesso di una macchina fotografica, assieme al farmacista Tommaso Montevecchi e al dottor Angelo Piancastelli. Don Stefano Bosi, parroco a San Pietro di Ozzano, Santo Stefano di Badia di Susinana e San Giovanni in Misileo, è ricordato, oltre che come fotografo, anche come raffinato poeta e fra i fondatori della Cassa Rurale ed Artigiana di Castel Bolognese nel 1904.
Forse don Stefano, e di questo dobbiamo essergli grati, volle fissare su una lastra di vetro una veduta del Castello che sapeva essere in procinto di scomparire. Non molto tempo dopo (probabilmente negli anni ’10, ma ci ripromettiamo di scoprire la data esatta) venne interrata la maggior parte del fossato che circondava le mura della rocca e del torrione oggi detto “dei Bagnaresi”, ampliando il prato della Filippina e ottenendo il primo campo sportivo di Castel Bolognese, che vide le prime gesta dei calciatori del Castel Bolognese Football Club, fondato nel 1913. Questo si deduce da alcune fotografie risalenti al 1918 e 1920 che qui riproduciamo.
Già dal 1876 il paese aveva cominciato a subire grossi cambiamenti, che proseguirono inesorabili nei decenni seguenti, con un’accelerazione nel ventennio fascista. Ad essi si sommarono le devastazioni belliche che sfigurarono irrimediabilmente il nostro paese. Rimangono solo le fotografie a restituirci vedute che oramai nessun castellano ha negli occhi, e la fotografia di don Stefano è una delle più famose. Pubblicata per la prima volta nel 1983 nel volume “Castelbolognese nelle immagini del passato”, da molti anni è presente nel nostro sito nella pagina dedicata al “paese delle oche“, altra caratteristica “romantica” del nostro paese che fu.
Ci attribuiamo il piccolo vanto di aver contribuito a divulgarla su più ampia scala.
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