Quando c’era la “Lottizzazione Galeati” e la Cooperativa Insegnanti
di Paolo Grandi
Questo breve articolo illustra due iniziative private fiorite a Castel Bolognese sul finire degli anni ’50 del secolo scorso in capo all’edilizia privata.
La “Lottizzazione Galeati”
Nella seconda metà degli anni ’50 fu inaugurata una nuova strada traversa del Viale Cairoli, dopo l’apertura nel primo dopoguerra di Via Mazzini nella quale, sul lato sud, furono costruite le case dell’UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration). Venne chiamata “Via Trieste” e finiva all’incrocio con Via Bologna che, con la parallela Via Ravenna, erano state aperte poco prima per costruirvi una serie di case popolari ed alloggi per i dipendenti comunali come mostra un opuscolo pubblicitario stampato dalla Giunta Comunale in occasione delle elezioni del 1956. L’intenzione della Giunta era senza dubbio quella di far proseguire via Trieste (come d’altronde Via Mazzini…) fino alla via Lughese e, per tale motivo, nel fronte del futuro incrocio non venne costruito il marciapiede. Tuttavia, sulla Lughese, in quegli stessi anni qualcosa si stava muovendo. Francesco Galeati e la sua famiglia (conosciuto come il fattore delle Opere Pie) possedevano un lembo di terra a ridosso dello Stadio Bolognini che affacciava proprio sulla Provinciale e così chiesero ed ottennero di aprirvi una lottizzazione. Con lungimiranza la strada intermedia fu impostata come la futura parte finale di via Trieste. La lottizzazione ebbe successo e vari edifici privati, tra cui la villa del Galeati, vennero costruiti. La strada intermedia non fu subito dedicata ma, semplicemente, citata come “Lottizzazione Galeati”.
Per vedere completata via Trieste occorse aspettare i primi anni ’70 quando i due tronconi di strada furono uniti e, circa a metà, nacque a valle anche un opificio, il “Calzaturificio Daniel” con annessa la casa padronale. Il calzaturificio successivamente chiuse e il capannone fu demolito dopo anni di abbandono, mentre la casa padronale fu acquistata dal sig. Carlo Scardovi. A quel punto tutta la strada si chiamò “via Trieste” ed anche le case già costruite sulla lottizzazione Galeati ottennero il numero civico, espresso in metri, di quella strada. Contemporaneamente alla prosecuzione di via Trieste furono aperte anche le vie Trento e Zara.
La “Cooperativa Insegnanti”
Sempre negli stessi anni un gruppo di insegnanti elementari di Castel Bolognese guidato da mio padre Tristano Grandi si organizzò in cooperativa per l’acquisto, la lottizzazione e la costruzione di nuove case grazie e benefici fiscali e contributi statali offerti dal governo Fanfani. Il terreno fu scelto lungo il viale Cairoli: una striscia di proprietà della famiglia Villa (quelli del legname, di origine castellana ma che ora hanno la sede a Faenza) che iniziava dopo la casa dei Budini ed arrivava fino al Piazzale della Stazione.
Il babbo mi ha sempre detto che dopo l’acquisto fu avvicinato da Guerrino, il maggiordomo della contessa Maddalena Gottarelli, il quale sosteneva l’invalidità del contratto di compravendita poiché era stato violato un patto tra la Gottarelli (precedente proprietaria) e il Villa che lo obbligava a non edificare davanti all’ingresso della Centonara. Il patto non si rivelò scritto e, pertanto, la cooperativa procedette alla lottizzazione e costruzione delle case.
Furono disegnati 11 lotti e il progetto delle case venne assegnato all’architetto Rustichelli di Lugo. La cooperativa muratori di Bagnara di Romagna ne iniziò la costruzione nell’estate del 1958. Nel frattempo, tuttavia, l’interesse degli insegnati era diminuito; pertanto alcuni lotti furono ceduti ad altre persone mentre gli ultimi due vennero venduti ad Otello Pasini che vi costruì nel primo la sua casa e tenne il secondo libero per anni (era il campo da giochi di noi bambini con Carlone il cane della stazione….) per poi inglobarlo e trasformarlo, come è oggi, in giardino.
Riuscirono tre villette (di cui due simili) bifamiliari: Dall’Oppio/Castagnoli – Grandi/Galeati – Sangiorgi/Ballardini, e tre palazzine a doppio piano (di cui due identiche) bifamiliari: Melandri/Erani – Costa/Simoni – Sangiorgi/Rossini). Gli edifici furono terminati nella primavera del 1960 e la mia famiglia vi si trasferì nel successivo mese di giugno. A seguire, esaurita la sua funzione, la cooperativa fu sciolta. Circa un decennio dopo, una simile cooperativa, cui non mancò di dare la propria consulenza anche il babbo, si incaricò della costruzione delle case tra le nuove strade via I Maggio e XXV Aprile.
Foto di Paolo Grandi
Contributo originale per “La storia di Castel Bolognese”.
Per citare questo articolo:
Paolo Grandi, Quando c’era la “Lottizzazione Galeati” e la Cooperativa Insegnanti, in https://www.castelbolognese.org
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