Quando le vecchie mura riemergono dal sottosuolo…

a cura di Paolo Grandi e Andrea Soglia

Se una delle notizie castellane più “gettonate” dell’anno 2016 era stata quella del “ritrovamento” delle fondamenta della torre in piazza, diverse volte, in precedenza e posteriormente, in occasione di altri lavori stradali svolti in paese, ci si è imbattuti in resti dell’antico castello senza che la cosa facesse troppo notizia. E almeno quattro volte sono riaffiorate le vecchie mura.
Già nel settembre del 1986 in occasione dei lavori di rifacimento di una fognatura, riemersero dei resti sotterranei all’angolo fra via Mazzolani e via Rondanini. Qualcuno ricorda ancora che con le tubature si dovettero in qualche modo aggirare quei resti in quanto essi erano talmente coriacei da sembrare quasi indistruttibili anche per la grossa ruspa che era in azione.
Più interessante fu il ritrovamento dell’agosto del 1997 documentato dalle foto di Paolo Grandi. In quell’occasione, a seguito di alcuni lavori svolti da HERA (probabilmente per riparare un tubo dell’acqua) in fondo a Via Garavini – Piazzale Brunelli, nello scavo riemersero alcune decine di metri di mura, le più antiche del Castello. Dalle foto pare che non fossero eccessivamente danneggiate, salvo naturalmente essere attraversate da tubi, fognature ed altro.  Si vede inoltre chiaramente, guardando la prospettiva su via Biancini verso est, che l’edificio delle scuole “Bassi” non insiste sulle mura, ma fu edificato nel fossato.
Lo scavo rimase aperto alcuni giorni; anche in quella occasione vi furono richieste di lasciare visibili i reperti ma, a differenza della piazza, qui sarebbe stato ancor più difficile.
Nell’autunno del 2001, proprio davanti alla baracchina della piadina in via Emilia interna/Piazzale Budini un piccolo scavo interessò le mura nella zona dove fino al 1876 esisteva la Porta del Borgo. L’esiguità dello scavo, documentato dalle foto di Andrea Soglia, non consentì di capire quali strutture fossero interessate. Di certo, come mostra una foto, non furono usati molti riguardi per quanto era conservato sotto l’asfalto.
Nei mesi fra fine 2021 e inizio 2022, in seguito ai lavori realizzati sia da HERA in via Mazzolani, che da privati in Piazzale Poggi, oltre a quelli successivamente eseguiti in quell’intera piazza per il suo completo rifacimento, sono riemersi interessanti lacerti del vecchio castello.
Ma veniamo con ordine:
Nei primi giorni di novembre 2021 alcuni lavori hanno interessato Piazzale Poggi, nel lato verso via Ginnasi, per opere propedeutiche alla ristrutturazione del palazzo già Sermasi. Qui è tornata alla luce parte della precedente antica casa, comprendente muri perimetrali e pavimento di cotto, che successivamente fu parzialmente demolita per portarne la facciata sulla linea degli altri edifici di via Ginnasi. Questa costruzione, che ad ovest appoggiava sulle mura urbane, ospitava il Forno di Stefano Borghesi, come da foto che ne ritrae l’intera famiglia davanti alla bottega portante l’insegna “forno sistema francese”.
A fine novembre 2021, HERA ha eseguito uno scavo lungo via Mazzolani, nella parte prospiciente Piazzale Roma, all’interno del percorso murario. Sono riaffiorati un certo numero di muretti, posti trasversalmente alle mura a distanze abbastanza regolari. Difficile comprendere a cosa servissero salvo ipotizzarne l’uso quale rinforzo alla cinta muraria.
Fra febbraio e marzo 2022 invece è stata scoperta l’intera area di Piazzale Poggi, “la Fonda”, oggetto di riqualificazione urbana. Qui è emerso un complesso e movimentato sistema murario nel punto in cui le nuove mura del castello, ampliato nel 1425, incontrano quelle più antiche del primo castello del 1388. Poiché la nuova porzione murata del castello era più larga rispetto alla precedente, qui si vede bene il raccordo, a forma di “S” tra la nuova cinta e la vecchia. In parte poi sono conservati i resti delle mura a nord-est del primo castello demolite a seguito dell’ampliamento. Nella porzione di terreno compresa all’interno della cinta, poi, è riapparso l’acciottolato. La parte finale del raccordo a forma di “S” era probabilmente riemersa nello scavo di fine novembre 2021. La Soprintendenza ha operato i rilievi di quanto emerso e si è provveduto successivamente alla copertura dell’area.
Non sappiamo se in futuro capiteranno altre occasioni come queste, ma di certo potrebbe essere una buona idea quella di riportare a filo del manto stradale la cerchia delle mura, almeno nei tratti dove esse furono completamente demolite. Ciò si potrebbe fare, per cominciare, nell’ultimo tratto di via Pallantieri che sfocia su piazzale Budini, dove le mura già sono affioranti e dove le auto vi parcheggiano sopra. Appare evidente come un intervento del genere, oltre ad arricchire il centro storico, concorrerebbe a preservarne un importante testimonianza.



 

 

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