Il gioco dei tarocchi nella tradizione di Castel Bolognese

(dal sito www.dalnegro.com)

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E’ un gioco nato soprattutto nel bolognese con delle regole ben precise fra le quali la più importante è il silenzio è poi stato trapiantato a Castel Bolognese, ma con molte regole cambiate, e la più cambiata è stata proprio quella del silenzio. Si gioca con 62 carte, così divise: 22 briscole (fleck), 10 bastoni, 10 denari, 10 spade, 10 coppe. Le briscole sono graduate così: l’ Angelo, il Sole, la Luna e poi tutte le carte che hanno un numero (il numero più grande è quello che prende) fino ai 4 mori, che hanno tutti e quattro una par condicio, e fa la presa il moro che arriva per ultimo.
Le briscole finiscono con i due contatori i quali si chiamano così proprio perché sono quelli che permettono di contare i punti: Bagatino, raffigurato come un ragazzo che maneggia denaro, è la briscola più piccola; il Matto, un fantoccio con le penne nel cappello, che non prende mai ma che quando lo si gioca lo si mette nel proprio mazzo.
Nel nostro Tarocco non sono presenti le carte dal 2 al 5. Nei cartieri l’ordine di importanza è il seguente: il Re, la Regina, il Cavallo, il Fante; poi a coppe e denari quella che ha più valore è la carta piccola rispetto alle carte grandi, in spade e bastoni la carta che ha più valore è la grande rispetto alla piccola. Perciò, a coppe e a denari, dopo il Fante prende l’Asso, mentre a bastone e spada l’Asso è preso da tutti, perché dopo il Fante c’è il 10.
Per iniziare a giocare ognuno sceglie una carta e chi prende la carta più grande è il mazziere.
Il mazziere dà a ciascuno 15 carte e se ne tiene per lui 17, perché, prima di iniziare il gioco ne deve scartare due a suo giudizio.
Non si possono scartare l’Angelo, il Mondo, i due contatori ed i quattro RE. Poi ai gioca all’incirca come a Beccaccino, ma con una piccola differenza. Che quando si gioca se non si ha da rispondere è obbligatorio sempre tagliare, se uno ne ha.

I PUNTI

Un Re con due figure sono “dieci punti”. Tre mori, o tre assi, sono dieci punti. L’Angelo, col mondo ed una “rossa” (luna o sole), oppure con le due “rosse”, sono dieci punti. Poi si aggiungono altri cinque punti per ogni figura, o moro, o asso, o “briscola” che si aggiunge (le briscole devono essere in fila). Se c’è il “contatore”, basta il Re con una figura, oppure due mori, oppure due assi, o l’Angelo con una sola grande per fare i dieci punti. E poi si aggiungono cinque punti nei casi che ho detto prima. Se si hanno tre possibilità di contare questi dieci (o più) punti (ad esempio un Re con due figure, tre assi, l’Angelo con due “grandi” si ha la “sequenza” ed i punti sono raddoppiati.
In questo caso bisogna tener presente che i punti rappresentati dagli assi contano sia nella “sequenza degli assi”, sia in aggiunta a quella del “seme”.
Altro conteggio. I Tarocchi (l’Angelo, il Mondo, Bagatino e il Matto) sono 36 punti, tre tarocchi, sono 18 punti; 4 re sono 34 punti, 3 re sono 17. 4 Regine sono 28 punti, 3 sono 14, 4 Cavalli sono 26 punti, 3 sono 13, 4 fanti sono 24 punti, 3 sono 12.
Anche qui, se ci sono tre serie di almeno tre di queste figure i punti si raddoppiano (e questo si chiama “criccone“). E poi ci sono i punti del mazzo.
Così: Ciascuno dei tarocchi vale 5 punti, anche i Re valgono cinque punti, le Regine 4, i Cavalli 3, i fanti 2. Ma a Castello queste carte valgono 5 punti se unite a tre carte liscie, mentre se sono unite a due carte liscie valgono Un punto in meno (esempio: Due tarocchi e due “liscie” valgono nove punti).
Le liscie, una volta esaurito il compito di cui ho detto prima valgono un punto ogni quattro. La carta del matto va aggiunta al mazzo di chi ha fatto la presa, quando il matto è stato messo nel mazzo. A tutti i punti vanno aggiunti altri sei punti per quello che ha fatto l’ultima presa.
A Castello, bisogna vincere tre partite su cinque, oppure fare 500 punti in una sola giocata.
In questo caso si dice: “abbiamo dato cinquecento”.

Rino Villa

N.B. – I punti che ho indicato sopra, le “sequenze”, i “cricconi”, si possono anche “accusare” nel momento in cui si effettua la prima mano del gioco e vengono poi sommati ai punti che si otterranno alla fine della partita e, quindi, possono facilitare sia la vincita di una partita sia la possibilità di fare cinquecento punti.

Testo tratto da: Linea Diretta, n. 4, aprile 1995

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