Tristano Grandi (1921-2009)
Tristano Grandi ha terminato la sua corsa
Nella sera di sabato 11 luglio 2009 è spirato serenamente nella sua casa di viale Cairoli il maestro Tristano Grandi. Nato a Bologna nel 1921, si era trasferito a Castel Bolognese nel 1927 ove il padre Pompeo aveva ottenuto la concessione del ristorante-buffet della stazione ferroviaria. Conseguita la licenza magistrale, iscrittosi all’Università, dovette arruolarsi nell’Esercito, corpo dei Bersaglieri, e fu inviato assieme ad altri studenti universitari provenienti da tutta Italia in zona d’operazioni sul fronte greco, raggiungendo il grado di tenente. Rientrato in Patria nel 1943, trovandosi all’epoca dell’Armistizio a Napoli, riuscì a rincasare dopo un fortunoso viaggio attraverso l’Italia. Qui, per evitare il reclutamento nell’Esercito della Repubblica Sociale, si mise al servizio dei sofferenti entrando nella squadra portaferiti della Croce Rossa, formatasi per volere di Mons. Sermasi, al fine di portare soccorso alle vittime civili del conflitto che nell’inverno 1944/45 infuriava su Castel Bolognese. Dopo la tragica morte di Pierino Moschetti ne divenne il direttore, sino al suo scioglimento nel maggio del 1945.
Per questo impegno, la Repubblica Italiana gli concesse la medaglia di bronzo con lode al valor civile (5 ottobre 1947) e la Croce Rossa Italiana gli conferì la medaglia di bronzo al merito con palma (1 febbraio 1947).
Dopo il matrimonio con Marta Zannoni, il 29 marzo 1948, ha continuato l’attività paterna, gestendo fino al 1956 il bar della stazione. Nominato in quell’anno insegnante elementare di ruolo, fu destinato a Valdifusa, in territorio di Casola Valsenio, poi a Brisighella, indi a Tebano ed infine, dall’anno scolastico 1958/59 a Castel Bolognese, dapprima comandato in segreteria ed infine destinato all’insegnamento dall’anno scolastico 1962/63 nelle scuole del Capoluogo sino all’anno scolastico 1986/87 Dall’ottobre 1987 al 30 settembre 1989, data del pensionamento, ha ricoperto l’incarico presso la segreteria del Distretto Scolastico di Faenza.
Davanti alla sua cattedra sono passate tante generazioni di castellani che ne conservano tuttora un grato ricordo per l’impegno e lo zelo col quale si è speso per i suoi scolari che accompagnava nei loro primi cinque anni di studi. Memorabili le gite organizzate ogni anno per loro agli scavi di Marzabotto, sui luoghi garibaldini del ravennate o all’eremo di Camaldoli.
L’impegno nella famiglia, che nel frattempo era cresciuta regalandogli due figli maschi, e nell’insegnamento a scuola, tuttavia, non gli bastavano ed allora eccolo scrittore di vari saggi sulla storia di Castel Bolognese con l’obiettivo di renderla comprensibile agli scolari, oppure al lavoro nel Patronato Scolastico, o quale Vicario del Direttore Didattico. Dall’anno scolastico 1960/61 sino al 1987 è stato responsabile e bibliotecario della Biblioteca Magistrale di Circolo di Castel Bolognese, mentre ininterrottamente dall’anno scolastico 1958/59 all’anno scolastico 1967/68 ha retto il Centro di Lettura, antesignano della Biblioteca Comunale, i cui locali erano posti nel vecchio edificio della Scuola Media in Via Garavini. Si impegnò a fondo affinchè la scuola elementare del Capoluogo fosse intitolata al dott. Carlo Bassi, il valoroso medico dell’ospedale sotto i bombardamenti, cosa che avvenne decreto del Provveditore agli Studi di Ravenna del 6 agosto 1965.
Dal maggio 1964 al novembre 1967 ebbe il prestigioso incarico di Commissario Prefettizio dell’Asilo Camerini Tassinari, oggi Scuola Materna Comunale. Tutto sempre all’insegna del servizio gratuito in favore della collettività e del prossimo.
Numerosissimi giovani che aspiravano ad un impiego pubblico devono a lui la vincita dei concorsi, in particolar modo nelle ferrovie, alle poste, in comune. E tutti lo ricordano passare di casa in casa, tra il 1958 e il 1988, per le interviste sul gradimento dei programmi radiofonici e televisivi, inviato direttamente dal Servizio Opinioni della RAI-TV.
A tutti questi impegni non ha mai sacrificato la famiglia, che ha saputo conservare unita per oltre sessantuno anni, crescendo due figli in un sicuro asilo, fonte di protezione, di consiglio e di stimolo, capace di indirizzarli e ascoltarli di fronte ad ogni esigenza o difficoltà. Il suo esempio di vita poi, li ha educati alla fede, alla ricerca del bene, alla responsabilità, al rispetto ed all’aiuto degli altri.
Da veterano bersagliere, era normalissimo, fino a poco tempo fa, vederlo guizzare per le strade di Castello con la sua inseparabile bicicletta od affrontare con passo veloce il tragitto necessario per fare la spesa o venire in chiesa.
Ora tace la sua voce che si ergeva inconfondibile, chiara e potente dalle aule scolastiche, ma per lui parlano le tante opere lasciate e l’esempio, che testimoniano un lungo amore per l’insegnamento, la famiglia, lo spendersi per gli altri, la fede in Dio.
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