Giuseppe Guidi (1881-1931): un artista per D’Annunzio
1881 – Nasce a Castel Bolognese (RA), il 15 settembre da Luigia Galeati; il padre Mario esercita il lavoro di bottegaio salumaio.
1894 – Inizia a frequentare gli studi classici presso il Regio Ginnasio Torricelli di Faenza.
1899 – Di carattere ribelle abbandona gli studi dedicandosi alla politica; anarchico attivo fa parte del gruppo di Castel Bolognese “Diritto all’Esistenza”.
1901 – Realizza qualche guadagno imbalsamando animali.
1902 – Lascia il paese natìo; nel mese di luglio risulta impiegato come elettricista presso uno zuccherificio di S. Giorgio di Nogaro (Udine).
1905 – Durante un soggiorno nella città di Trieste viene espulso come sospetto anarchico in seguito a fatti politici.
1908 – Dopo brevi soggiorni in diverse città europee (Vienna – Budapest – Parigi), dove inizia la sua attività artistica, si trasferisce definitivamente a Milano sul finire dell’anno; frequenta i corsi serali d’arte a Brera assieme al ceramista faentino Pietro Melandri.
1909 – Nell’aprile risiede in via Felice Cavallotti n. 18. Abbandona la politica, collabora con diverse riviste fra cui “Per l’Arte” (dal 1909 al 1915). Scrive il libretto dell’operetta Velivolo, compositore è il maestro Virgilio Ranzato.
1911 – Lavora presso la manifattura di passamani della ditta Luigi Mori. Sia i genitori che il fratello si trasferiscono a Milano.
1912 – Nell’ottobre trasferisce la propria abitazione in via S. Damiano n.6 e nel suo studio in via Stella n.45 si dedica a tempo pieno alla pittura e ai primi studi sulle incisioni (acqueforti).
1915 – Si arruola volontario nella C.R.I. e presta servizio presso l’Ospedale Militare Principale in piazza S. Ambrogio; costretto ad abbandonare lo studio continua ad operare presso l’abitazione
1916 – Partecipa alla “Esposizione Permanente” col dipinto Vecchia Milano sotto la neve. Alla “Biennale di Brera” vi partecipa con il dipinto Verziere di notte, inoltre, presso i locali della Permanente, alla “Esposizione d’Arte degli alleati” è presente con sette acqueforti.
1917 – Partecipa alla “Esposizione Permanente” col dipinto Vecchie ombre, inoltre, presso il locali della Permanente, alla “Esposizione d’Arte degli alleati” è presente con dieci acqueforti.
1918 – Terminato il conflitto mondiale, apre uno studio di pittura in corso Venezia n.57 dedicandosi anche allo studio dell’arte degli smalti su rame di cui diverrà profondo conoscitore.
1919 – Collabora alle edizioni de “L’Eroica”, quaranta xilografie sono pubblicate nel volume Ali e Alati e sei (più quindici capilettera) nel volume La canzone dell’offerta.
1922 – Trasferisce la sua abitazione in via Vivaio n. 16, dove apre una bottega da stampatore. In una collettiva a Cremona è presente con acqueforti.
1923 – Espone cinquanta acqueforti presso la Galleria “La Vinciana” di Milano; vende tutte le copie e ottiene i primi consensi della critica. Nello stesso anno, presentato dallo scultore Adolfo Wildt, espone in una personale presso la “Bottega d’Arte” di Livorno (dal 21 ottobre al 5 novembre); vi partecipa con quarantuno acqueforti.
1924 – Partecipa ad una collettiva a Cremona con acqueforti e smalti. In dicembre espone alla “Galleria Pesaro” di Milano sessantaquattro smalti su rame; Gabriele D’Annunzio, acquista la Via Crucis, che egli stesso gli aveva commissionata.
1925 – Dal 28 giugno al 5 luglio gli “Amici dell’Arte” di Forlì promuovono una personale con quarantaquattro acqueforti e sei smalti su rame. Partecipa alla “Esposizione Internazionale Arti Decorative e Industriali Moderne” di Parigi con diverse opere (smalti); in tale occasione viene premiato con una medaglia d’oro. Espone a Bologna (dal 12 al 19 dicembre) una quarantina di acqueforti e venti smalti presso i “Saloni Felsinei”:
1926 – È presente con alcune opere alla “Prima Mostra d’Arte del Novecento Italiano”, che ebbe luogo in febbraio e marzo alla Permanente di Milano. Il 18 marzo nasce la figlia Camilla. Insegna incisione presso la R. Accademia di Belle Arti di Milano. Ha uno studio in via Pietro Verri n.7. La Bottega d’Arte di Brescia gli dedica una personale.
1927 – È presente alla “III Mostra Internazionale delle Arti Decorative” presso la Villa Reale di Monza (maggio-ottobre); e alla “Esposizione Nazionale d’Arte” presso il palazzo della Permanente di Milano.
1929 – La R. Accademia di Belle Arti lo propone al Ministero dell’Educazione Nazionale per la nomina, per titoli, alla cattedra delle tecniche dell’incisione già ricoperta da tre anni.
1930 – Partecipa al “XVIIa Biennale Internazionale d’Arte di Venezia” (Mostra dell’Orafo) con ritratti, placche, reliquiari in argento, cofani e placchette decorative eseguite con la tecnica degli smalti a gran fuoco.
1931 – È presente alla “Prima Mostra Internazionale d’Arte Sacra Moderna” di Padova con due opere molto elaborate: un polittico e una pala d’altare raffiguranti rispettivamente La Maestà di Dio e Remagi. Il 7 novembre muore a Milano.
1932 – Alla “Mostra del Santo” a Padova si espone una pala d’altare (incompiuta), che viene premiata con una medaglia d’oro.
1951 – L’Amministrazione Comunale di Castel Bolognese gli dedica una via del paese.
1956 – La figlia Camilla si trasferisce da Milano ad Alassio.
1981 – I suoi resti vengono esumati e portati da Milano ad Alassio nella tomba di famiglia del genero Emanuele Aicardi.
1991 – In occasione del sessantesimo anniversario della morte l’Amministrazione Comunale di Castel Bolognese pubblica il volume curato da V. Donati Un artista nell’ombra – Giuseppe Guidi (1881-1931).
1996 – Il Comune di Castel Bolognese gli dedica una mostra organizzata dal Comitato dell’Antiquarium Comunale dal 9 novembre al 6 gennaio 1997; in tale occasione viene pubblicato il catalogo curato da V. Donati, L’arte di Giuseppe Guidi (1881-1931) Rivalutazione di un artista, Castel Bolognese 1996.
Dal 13 dicembre 2003 al 25 gennaio 2004, l’ Associazione Amici dell’Arte di Faenza ha reso omaggio a Giuseppe Guidi con un’ampia mostra antologica al Palazzo delle Esposizioni. La mostra è stata accompagnata da un minuzioso catalogo (di 144 pagine), Giuseppe Guidi – Un artista per D’Annunzio, edito da Edit Faenza e curato da Valentino Donati e Rosanna Casadio Donati, con i contributi critici degli artisti Pietro Lenzini e Alberto Mingotti.
Piccola galleria di opere di Giuseppe Guidi
Testo tratto da: Giuseppe Guidi – Un artista per D’Annunzio / Valentino Donati e Rosanna Casadio Donati. Faenza: Edit Faenza, 2003.
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