Oreste Zanelli (1885-1944)
Nasce a Castel Bolognese (RA) il 9 luglio 1885 da Domenico e Antonia Raccagna, meccanico, poi oste. Appartiene a una famiglia benestante. Dopo avere regolarmente terminato le elementari, frequenta per breve tempo le scuole tecniche. Fornito di discreta intelligenza, arriva a formarsi con molte letture una cultura da autodidatta che gli consente di scrivere articoli per giornali e di parlare durante pubbliche manifestazioni. A causa di problemi di salute (soffre di tubercolosi, per cui sarà anche scartato alla visita di leva), deve abbandonare il mestiere di meccanico e vivere con i fratelli Mario (repubblicano) ed Epaminonda (sindacalista rivoluzionario, poi anch’egli repubblicano) proprietari della Locanda Stella con annessa osteria e stallatico per le diligenze. Fin da giovanissimo manifesta idee anarchiche, ma negli anni dell’adolescenza si mantiene ai margini del movimento e non svolge alcuna attività politica. Nel 1906 promuove insieme ad altri la fondazione di un Circolo di Studi Sociali, che subito si fonde con il Circolo socialista anarchico, al quale peraltro egli si mantiene estraneo. Il 30 maggio 1908 parla in pubblico, insieme ad un operaio parmense, durante la manifestazione che si svolge a Castel Bolognese per accogliere i bambini figli degli scioperanti di Parma, ospiti presso alcune famiglie castellane per iniziativa degli anarchici. Dopo il suo ritorno da Milano nel 1909, dove si è recato per perfezionarsi nella meccanica, prende parte più attiva alle riunioni e manifestazioni degli anarchici, assumendo subito un ruolo di assoluto rilievo in ambito locale, grazie anche al suo impegno in campo sindacale. Il 1° gennaio 1910 viene nominato Segretario stipendiato della Lega Braccianti di Castel Bolognese, composta in maggioranza di anarchici e socialisti. Il successivo 1° maggio tiene un comizio, aperto – secondo le fonti di polizia – “con espressioni vivaci d’indirizzo anarchico”. Nel gennaio 1911 fonda a Castel Bolognese il Sindacato Operaio, con annesso ufficio di collocamento, di cui diventa segretario e factotum. È in relazione con gli esponenti più in vista anarchici e socialisti dell’Emilia-Romagna. Il 25 giugno 1911 rappresenta i compagni di Castel Bolognese al Convegno anarchico romagnolo che si tiene a Faenza con la partecipazione di un centinaio di militanti, ed è relatore sui rapporti tra gli anarchici e le leghe operaie. Nel suo intervento sostiene la tesi che l’agitazione per le macchine trebbiatrici (che in Romagna sta provocando lacerazioni e conflitti sanguinosi tra i braccianti in grande maggioranza socialisti e i mezzadri prevalentemente repubblicani) sia solo un aspetto della lotta che gli anarchici devono portare contro l’istituto della mezzadria. La tesi di Z. viene condivisa da molti dei presenti, compreso Luigi Fabbri, e viene accolta nella risoluzione finale del Convegno. Al termine dei lavori viene nominato membro del Comitato di propaganda e di assistenza ai lavoratori romagnoli in lotta contro gli agrari e i mezzadri. Viene inoltre scelto per fare parte del comitato ristretto incaricato di pubblicare il n.u. “L’Agitatore” (Bologna, agosto 1911), con il resoconto del Convegno, che contiene all’interno alcuni articoli suoi, due dei quali firmati con lo pseudonimo Aristarco. Nello stesso anno fonda, insieme al socialista Mario Santandrea e al repubblicano Francesco Serantini, il quindicinale “Il Senio”, di cui escono una trentina di numeri dal 23 luglio 1911 al settembre 1912. Si tratta di un’interessante esperienza di giornalismo locale, anticlericale e di sinistra ma esterno ai partiti. All’interno della redazione Z. ha un ruolo preminente, in quanto firma gli articoli sugli argomenti più spiccatamente politici e sindacali (mentre Serantini si occupa della parte letteraria e Santandrea della cronaca locale e dello sport). Z. si serve del giornale come di una tribuna per la sua attività sindacale, e interviene sulle questioni nazionali di maggiore rilevanza, pubblicando tra l’altro una serie di articoli contro la Guerra di Libia. Proprio per protestare contro l’impresa in Tripolitania il 26 settembre 1911 ha luogo uno sciopero a cui i lavoratori castellani partecipano compatti, e durante il comizio Z. parla a nome del Sindacato Operaio, insieme ad Armando Borghi per gli anarchici e Umberto Brunelli per i socialisti. Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale si chiude per Z. l’esperienza nel movimento anarchico. Divenuto interventista, si isola dai compagni che in larga maggioranza restano fedeli alle tradizionali concezioni internazionaliste e antibelliciste. Alla fine della guerra si iscrive al partito repubblicano, di cui diventa un esponente locale di un certo rilievo, scrivendo anche corrispondenze per il settimanale faentino “Il Lamone”. Dopo l’avvento al potere del fascismo cessa di svolgere ogni attività politica, almeno ufficialmente, e nel 1928 viene radiato dallo Schedario dei sovversivi. Dopo l’8 settembre 1943 in una sua villa nelle campagne di Castel Bolognese, nel fondo Malvezza, si tengono alcune riunioni clandestine per costituire un comitato unitario antifascista e per sostenere il movimento partigiano. Nella villa trovano provvisorio rifugio anche alcuni prigionieri di guerra alleati fuggiti dai campi di concentramento e diversi ufficiali e militari italiani sbandati, in attesa di passare clandestinamente le linee o di unirsi alle bande partigiane. Muore in una clinica di Faenza il 22 novembre 1944.
FONTI: ACS, CPC, ad nomen; BLAB, Fondo Anarchici castellani.
BIBLIOGRAFIA: O. Diversi, Il territorio di Castelbolognese, Imola, Galeati, 1972; M. Santandrea, Carta stampata, in Studi e memorie su Castelbolognese, Imola, Galeati, 1973; Castelbolognese dal fascismo alla liberazione, a cura del Comitato per le celebrazioni del Trentennale della Resistenza, Imola, Galeati, 1975; Testimonianze e documenti della Resistenza a Castelbolognese, Faenza, Centro Stampa Comunale, 1981; O. Diversi, Dall’ultima trincea tedesca sul Senio. Castelbolognese 1943-1980, Imola, Galeati, 1981; Castelbolognese nelle immagini del passato, Imola, Galeati, 1983; R. Suzzi, “Il Senio”(1911-1912), “Il Castello”, a. V, n. 1, gennaio 1984; Il movimento anarchico a Castelbolognese (1870-1945), Castel Bolognese, Grafica Artigiana, 1984.
Gianpiero Landi
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