L’ultima fuga per “Gigetto” Minardi
Scomparso a 84 anni il ciclista che portò in alto il nome di Castello
di Rino Villa
Negli anni della rivalità Coppi-Bartali partecipò alle più importanti corse fra dilettanti.
Se n’è andato all’età di 84 anni, nella mattina di giovedì 4 giugno 2009, Luigi Minardi, un pezzo di storia sportiva di Castel Bolognese. “Gigetto”, nato il 31 ottobre 1925 cominciò a correre in bicicletta nell’immediato dopoguerra, forse particolarmente spinto dalle grandi imprese che allora compivano i nostri ciclisti Bartali, Coppi, Magni e il romagnolo Ortelli. Quando si inserì nel mondo agonistico dei “dilettanti”, per un po’ di tempo ci fu un particolare duello con un altro Minardi, di nome Giuseppe, detto “Pipaza”, nato e residente a Solarolo, quasi a rinverdire anche in Romagna la sfida che entusiasmava l’Italia, quella fra Coppi e Bartali. Poi “Pipaza” sarà presto professionista, arrivando a partecipare alle più importanti corse a tappe e anche ai campionati del mondo. Ne libro “Corridori di Romagna” di Pier Giorgio Bezzi, edito nel 1993, di Luigi Minardi si legge che fu “un dilettante particolarmente tenace e combattivo, sempre nel gruppetto dei primi, pronto a dare filo da torcere ai migliori, all’avanguardia in salita, spericolato in discesa e pronto a inscenare fughe che qualche volta l’hanno portato al successo. Ben piazzato in corse massacranti e micidiali per il caldo e l’andatura sostenuta, come il Gran Premio Cervellati, la Firenze – Rimini, il Giro di Toscana, il Giro di Romagna, la Milano – Rapallo”.
A proposito di quest’ultima corsa ricordiamo una citazione della “Gazzetta dello Sport” che, dopo che Minardi aveva compiuto uno straordinario recupero per raggiungere i corridori in fuga scriveva: “Minardi lo si può ormai classificare come uno dei migliori dilettanti d’Italia”. Sempre nel suddetto libro si legge che nel 1952 il corridore castellano approdò alla categoria indipendenti (una specie di pre-professionismo) con il “V. S. Gira” di Bologna, esperienza che terminerà presto perché non darà i risultati da lui sperati.
Poi partì per il Belgio a lavorare in miniera e là si formò una famiglia e vide nascere i due figli Vincenzo e Patrizia, rimanendovi per qualche anno. Ritornò al paese natio per rispondere ancora alla sua passione per la bicicletta, correndo nella categoria dei “veterani”. Come “veterano” nel 1965 vincerà l’ENAL Giro, al quale partecipava anche il noto corridore francese Robic, conosciuto come “testa di vetro” per un intervento seguito ad una grave caduta in corsa.
Ora “Gigetto” non c’è più, l’importante corsa della sua vita si è chiusa e i suoi funerali si sono svolti nella chiesa di San Petronio alla presenza di tante persone. Penso che le generazioni future si dimenticheranno di questo estroso personaggio ma a noi, personalmente, fa piacere pensare a un atleta che per alcuni anni, con le sue impegnative imprese, ha fatto ricordare agli sportivi che in Italia esiste anche Castel Bolognese.
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