Enrica Bolognini Giarnieri (1903-2002)
Enrica Bolognini a Cordoba nel 1962
Poetessa e violinista nacque a Castel Bolognese il 10 gennaio 1903 da Silvio e Rosa Zaccarini. Il padre farmacista emigrò in Argentina, ai confini della Pampa, dove aprì una farmacia. Silvio Bolognini aveva un’altra figlia, Iole, e due figli, Tullio e Luigi, detto Gino. Iole nacque a Castel Bolognese il 30 aprile 1900, seguì all’estero il padre e sposò il connazionale Aldo Marabini. Tullio nacque a Santa Fè in Argentina nel 1897. Partì volontario nella prima guerra mondiale e morì sul Piave nel 1917. Gino gestì la farmacia di famiglia dal 1933 al 1985, proseguendo una lunga tradizione che dura tuttora.
La prima immagine di Enrica Bolognini, meglio conosciuta come Enrichetta, risale ad una fotografia del 1910 in cui viene ritratta la famiglia Bolognini nei pressi della farmacia. Nell’immagine è presente anche il fratello Tullio.
In una locandina del 1916, realizzata in occasione di un concerto per una raccolta di fondi a favore dei figli dei richiamati alle armi, abbiamo la notizia di una prima esibizione in pubblico di Enrichetta a Castel Bolognese. Dallo stesso documento si legge che la Bolognini era allieva del prof. Marino Antonelli. Al concerto partecipò anche Nicola Utili da Castel Bolognese. Qualche anno dopo, precisamente nel 1922, vediamo Enrichetta impegnata, sempre insieme a Nicola Utili, in una serata di beneficenza al teatro comunale di Russi. In questi anni è quindi ipotizzabile un’attività concertistica in comune fra i due musicisti ed è sempre in questo periodo che nasce fra i due una profonda stima, confermata da una foto con dedica – che Enrichetta invia al liutaio castellano nel 1925 – e dall’acquisto da parte della famiglia Bolognini di due violini fabbricati da Utili.
La conoscenza del famoso liutaio Nicola Utili ha sicuramente influenzato Enrichetta nella sua formazione artistica. Le prime lezioni di violino le furono impartite a Faenza; poi si trasferì presso una zia a Roma e frequentò il conservatorio di S. Cecilia diplomandosi. Dei due violini acquistati dal liutaio castellano uno le ha fatto compagnia per tutta la vita e l’altro venne disperso ad El Alamein: un suo allievo lo aveva portato con sé per continuare gli studi, nonostante la guerra. Molti furono gli allievi della scuola di musica da lei fondata, tra i più importanti si citano il prof. Monteleone, ordinario di ortopedia, il prof. Fidanza, ordinario di fisiologia, e il prof. Lucio Mencarini, docente di pediatria.
Il 16 febbraio 1930 sposò a Roma Salvatore Giarnieri, un giovane medico. Dalla loro unione nacquero due figli, Dante e Rosetta. Nonostante l’intensa carriera professionale, non trascurò mai la famiglia. Violino di prima fila del teatro dell’Opera di Roma, suonò con artisti come Beniamino Gigli, Tito Schipa, Renata Tebaldi. L’importante carriera concertistica la portò ad esibirsi tra l’altro a palazzo Barberini a Roma, nel 1958 e nel 1960, alla presenza del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
Nell’immediato dopoguerra la sua vena artistica si arricchì acquisendo abilità anche in campo letterario; cominciò a comporre diversi testi, sia in versi che in prosa. Le sue opere furono pubblicate tra gli anni cinquanta e gli anni novanta; tra i numerosi premi conseguiti si segnala il “Leone d’oro città di Rimini” (1981) con l’opera poetica “Romagna nella vita e nel sogno”. Nel 1973 la Bolognini fu finalista al premio Viareggio (1973) con il volume “Una favola che si chiama poesia”
Nel 1962 la società Dante Alighieri le diede l’opportunità di portare la poesia italiana in Argentina. Enrichetta incontrò a Cordoba il presidente della Repubblica sudamericana, il quale si complimentò per le sue capacità interpretative ed espressive.
Il ritorno in Italia fu l’occasione per scrivere l’opera “Cose d’America”, poi edita nel 1978. Tra le numerose liriche presenti nell’opera, in particolare si ricorda quella dedicata ai primi americani che sbarcarono sulla luna e per la quale Il figlio Dante, nel libro “Parole anziché suoni” (2004), menziona le lettere di ringraziamento inviate dall’astronauta Armstrong e dal presidente degli Stati Uniti alla scrittrice.
Enrica Bolognini non interrompe mai il forte legame col paese nativo; a testimonianza di ciò rimangono alcuni carteggi con Nicola Utili, Ubaldo Galli e Pietro Costa. A Nicola non mancava di spedire le foto delle sue esibizioni più importanti, durante le quali utilizzava l’inseparabile violino da lui costruito. A Ubaldo e a Pietro inviava informazioni della sua attività di poetessa e di fine dicitrice. Particolare importanza ebbe il suo rapporto con Pietro Costa, in qualità di referente della nascente biblioteca comunale. Dal 1970 al 1982 fra Pietro ed Enrichetta ci fu un lungo rapporto epistolare, arricchito dall’invio del prezioso materiale da lei prodotto (manoscritti, foto, libri e documenti vari) per essere collocato nella biblioteca. Infatti in una lettera del 1981, indirizzata a Maria Utili figlia di Nicola, Enrica scrive: Tutte le mie poesie dattiloscritte, dal 1950 circa, sono ben custodite nella biblioteca di Castello. Lì sono sicure. Il rapporto con la biblioteca ebbe il suo culmine in una giornata, in onore del fratello Tullio, svoltasi il 30 ottobre 1976; la sorella Iole, non potendo essere presente alla manifestazione, inviò dall’Argentina una lettera di testimonianza e di compiacimento per l’iniziativa.
Ancora, la Bolognini non fece mancare il suo apporto al concorso di poesia dialettale “La Pignataza”, organizzato dalla Pro Loco castellana. Nel 1973 fece parte della Commissione Giudicatrice e più volte (come testimonia Paolo Grandi) fu presente alle premiazioni recitando qualche sua poesia.
Una delle ultime apparizioni in pubblico di Enrichetta, in qualità di dicitrice, fu in occasione di una visita pastorale di Giovanni Paolo II in una chiesa romana, durante la quale recitò una serie di poesie scritte dal Papa in età giovanile.
Enrica Bolognini Giarnieri morì a Roma il 21 luglio del 2002.
Nel 2004 è uscito postumo il libro “Parole anziché suoni: poesie inedite” a cura dal figlio Dante che scrive nella prefazione:
Recentemente sono state trovate tra le sue carte alcune poesie che non aveva pubblicato. Avendole lette, è stato decisivo darle alla stampa per evitare che andassero dimenticate e per un omaggio doveroso ad una grande donna.
Pier Paolo Sangiorgi
Andrea Soglia
Testo redatto in occasione di “Dedicata a Enrica Bolognini: poetessa e musicista castellana”, mostra documentaria allestita nella Biblioteca comunale “Luigi Dal Pane” dall’11 febbraio al 15 marzo 2008.
Enrica Bolognini stringe la mano all’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi
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