Le carte di Paola

(introduzione) Il 13 dicembre 2024 è mancata Paolina Pini. Era nota anche come “Paolina formaggiaia”, perché i genitori, Evaristo e Leontina, per lungo tempo, furono commercianti in formaggi. Cresciuta nelle Cortacce, vi ha abitato per lungo tempo prima di trasferirsi in via 1° Maggio. Nel suo soggiorno ha esercitato, per moltissimi decenni, l’attività di cartomante, ereditata dalla suocera Domenica, per la quale era notissima non solo a Castel Bolognese, ma anche nei dintorni, e tanti si rivolgevano a lei per trovare nelle carte una risposta ai propri problemi esistenziali. A questa attività è dedicato l’articolo di Oda De Sisti, pubblicato su “Qui” del 6 maggio 1993, che vi proponiamo qui di seguito.
Tanti la ricorderanno in giro per il paese sulla sua “Graziella”. Qualcuno la ricorda anche “radioamatrice”, con il nome in codice di “Palla di neve”, assieme al marito Carlo Cortecchia “Camoscio”. Chioma rossa e grintosa pari alla sua graffiante ironia, applicata anche su sé stessa (come nel caso del suo nome radioamatoriale), Paolina era una donna molto forte che aveva superato prove difficili nella sua vita, costellata da gravi lutti.
Paolina aveva sempre avuto interesse per la scrittura e negli ultimi anni, uscendo poco, aveva riordinato tanti vecchi quaderni di ricordi e aveva scritto anche altre cose, sia ricordi che poesie. Aveva partecipato ad alcuni concorsi ricevendo anche premi, come la menzione speciale della giuria al 5. concorso nazionale di poesia online “Dino Campana” del 2018 per la la poesia “La farfalla bianca”. Pubblichiamo il testo di quella poesia e la riproduzione dell’attestato di merito, che mostrava con orgoglio a tutti coloro che le facevano visita. Sul nostro sito è già presente un suo scritto con i ricordi del tempo di guerra dove Paolina riviveva quel periodo con gli occhi della bambina di allora: vengono descritti i primi bombardamenti, lo sfollamento in campagna, la vita in cantina, i soprusi tedeschi, la ricostruzione.
Paolina aveva 88 anni. Ricordava sempre con ironia la diagnosi terribile di un medico di fama che, tanti anni fa, parlando dei suoi problemi di salute, le aveva pronosticato una vita molto breve, al massimo di 40 anni. E invece fino a un paio di anni fa ha vissuto da sola (dopo la scomparsa del marito Carlo), convivendo con tenacia con gli antichi problemi che aveva alle gambe. Curiosamente è morta a due anni esatti di distanza dalla caduta che le ha minato definitivamente la salute. Siamo certi che Paolina avrebbe ricavato da questa circostanza degli ottimi numeri da giocare al lotto, altra passione in cui era piuttosto abile.
Un grazie alla sorella Giovanna e alla nipote Elisa Marzocchi per aver messo gentilmente a disposizione le numerose fotografie con la quale ricordiamo Paolina. Un grazie anche a Maurizio Strappaveccia per un’ulteriore fotografia. (Andrea Soglia)

Le carte di Paola
Interroga il destino più per vocazione che per mestiere, guarda i problemi della gente con occhi saggi, ama la cucina e i colori vivaci. Ecco il ritratto inedito di una “veggente” di Castel Bolognese

di Oda De Sisti

Castel Bolognese. Cartomanzia, astrologia, numerologia, rune, i-ching, chiromanzia e altro ancora: le millenarie arti mantiche sono sempre attuali. Che cosa spinge moltissime persone a consultare coloro che le esercitano? Desiderio o ansia di conoscere il futuro? Bisogno di speranze o di rassicurazione? E poi, esiste un destino inevitabile e inesorabile o possiamo modificare e scegliere la nostra esistenza? Gli eventi ci cadono addosso o sono la conseguenza delle nostre predisposizioni caratteriali e genetiche? A queste domande non c’è mai risposta certa e così ognuno può credere, alla fine, a ciò che vuole.
Paola di Castel Bolognese legge, anzi come dice lei, “dialoga” con le carte da diciotto anni. Le carte che usa sono dei primi del secolo, piccole e strette, i colori ormai sbiaditi, appartenevano a sua suocera ed è da lei che ha imparato a interpretarle, ereditandole alla sua morte.
Sono nell’insolito numero di quarantacinque, “scelte” dall’antica cartomante tra gli arcani maggiori (tarocchi) e gli arcani minori (“le bolognesi”) e rappresentano la vita nei suoi molteplici, anche se invariati, aspetti. Ci sono i vari personaggi, le quattro coppie “regolari” e “irregolari”, i rivali, la malinconia, le lacrime, la speranza, la giustizia e gli atti legali, le invidie, i “diavoleri”, i viaggi, le malattie e la morte, gli interessi, la fortuna, le “fioriture” e gli “incagli”. Paola, piccola e grassa (“Mi piace mangiare, nella mia famiglia si è sempre guardato con sospetto alla magrezza!”), capelli rossi, bel viso, abiti colorati, lavora nel soggiorno di casa sua. E’ un ambiente per niente esoterico, dove non c’è nessun oggetto simbolico caro ai chiaroveggenti. Non ci sono che quadri dai colori vivaci, molti libri, una cyclette e, in un angolo, un’asse da stiro (ridendo dice: “E’ il mio altare!”) con una pila di panni appena stirati. Nell’adiacente cucina qualcosa bolle sul fuoco, spandendo gustosi aromi, che promettono una cena saporosa. Paola dialoga con la stesa delle carte dall’alto al basso e dal basso all’alto, la carta scoperta dal taglio del mazzo effettuato dal consultante, darà la prima indicazione sul filo da seguire durante il colloquio. Paola fa questo lavoro con disponibilità, senza pregiudizi nei confronti della natura umana e senza nessuna venalità. Si ritiene solo un tramite, il gioco – dice – lo conduce il consultante. A volte può capitare che le carte restino mute e allora vuol dire che la situazione è immobile, non c’è nessun evento. Altre volte compare una carta “forte”, così forte da condurre da sola il gioco, oscurando e trascinando tutte le altre. I clienti sono in maggioranza donne, ma gli uomini sono in aumento; i problemi sono sempre gli stessi: amore, affari, salute, lavoro, figli, molto richiesti i numeri del lotto e relative ruote. Paola trova che le donne sono molto cambiate, sono diventate molto competitive, mentre gli uomini sono sempre gli stessi: “dei bambini con i pantaloni lunghi. Mi sento molto materna con loro”. Durante le consultazioni, si parla molto d’amore, ma, secondo Paola, in giro ce n’è poco, l’uomo e la donna non si comprendono, si usano e la prova è che l’argomento amore è molto richiesto d’estate: “Quante volte, in quella stagione, mi chiedono: avrò un’avventura?”. Comunque pare che l’amore, nella lettura delle carte, sia spesso difficile da interpretare, è un argomento sfuggente e fragile, è molto più facile indovinare i problemi di salute. Anche il sesso di un nascituro è a volte difficile da prevedere, perché la madre che desidera molto o un maschio o una femmina, secondo Paola, interferisce con il pensiero. “Paola, ci sono momenti durante la lettura delle carte, in cui lei prova difficoltà nel comunicare ciò che le carte dicono?” “Quando compare la carta della “persona tradita”, che significa malattia grave, è un momento difficile, ma spesso so che può essere solo un avvertimento che può aiutare la persona. Una bella carta è “l’uomo che porta malinconia”, perché potrò dire alla cliente che “lui” la porta sempre nel cuore”. Paola non crede al malocchio: “ai clienti che ci credono, dico che il male è nelle loro menti”. “E al destino ci crede?” “In parte sì, penso, come altri, che la vita sia paragonabile a un gioco d’azzardo, in cui vengono distribuite carte buone e carte cattive. Bisogna imparare a giocare bene le proprie carte!”.

La farfalla

di Paolina Pini

Bianca farfalla
che voli felice
godendo nel vento
ma cosa ti dice?
ti parla forse
di prati fioriti
di cieli sereni
di risa di bimbi?
Sembri una stella
di neve smarrita
sopra la terra
ormai rifiorita.
Bianca farfalla
tu sei il fiore del cielo
senza profumo
e senza stelo
Bianca sei la messaggera
della primavera

 

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