L’Oratorio di S. Antonio da Padova (Oratorio Galeati) nella parrocchia di Borello di Castel Bolognese

a cura di Maura Galdini Villa

La storia di questo Sacro edificio è riportata nel primo volume delle Chiese della diocesi di Imola, frutto delle ricerche di Padre Serafino Gaddoni e dei suoi collaboratori, dato alle stampe nel 1927

“A breve distanza dalla chiesa del Borello, verso ovest, sul podere Casino Galeati e lungo la strada che va a Zello ed a Imola, si trova un piccolo oratorio (m. 6×4,50), a volta, di forma slanciata, con facciata a levante, dedicato a S. Antonio da Padova.
La sua erezione risale al 1692.
Due antiche e distinte famiglie della villa del Borello, i Galeati ed i Baldini, unite fra loro con vincoli di stretta parentela e molto devote di S. Antonio da Padova, sono quelle che lasciarono beni perchè venisse costruito sui propri possedimenti.
Domenico Galeati ed i fratelli Antonio e Giovanni Baldini fanno tutti e tre testamento il 26 agosto 1675 lasciando eredi Sebastiano e Francesco Galeati, con l’obbligo “di edificare ed erigere una chiesa sotto il titolo di S. Antonio da Padova nel comune del Borello sul podere delli detti meser Antonio e Giovanni in fondo il Passo della Volpe, sopra il crociato delle vie pubbliche, di lunghezza piedi 10 (m. 4,39), coll’esporre l’effigie di S. Antonio da Padova”.
Eleggono nella nuova chiesa la loro sepoltura, se pur sarà già costruita, altrimenti in quella del Borello, e dispongono di vari legati da soddisfarsi nel nuovo oratorio.
Don Domenico Maria Minarelli, parroco di Zello, amico dalla famiglia Galeati, con facoltà dell’ordinario, nonostante le proteste del rettore Bernardi del Borello, benedice la nuova chiesuola il 18 febbraio 1692.
Era denominato l’oratorio dei Baldini, e nel 1697 si celebravano in esso quattro messe la settimana e con solennità si festeggiava S. Antonio da Padova (inv. 1697). Francesco Galeati, uno degli eredi che ne curò l’erezione, trovandosi in punto di morte, il 26 marzo 1713 ottiene dal card. Gozzadini, vescovo d’Imola, d’essere sepolto nel proprio oratorio.
Don Pio Galeati fa collocare sopra il medesimo una piccola campana, fusa da Serafino Golfieri, e benedetta l’8 novembre 1833 dal vescovo Mastai Ferretti, la quale oggi si conserva sul vicino casino padronale.
Lo stesso Mastai visita il 19 giugno 1834 l’oratorio, dove trova il tumulo gentilizio della famiglia Galeati (V, P). Nel 1844 vi celebrò la prima messa don Sebastiano Galeati, che divenne poi arcivescovo di Ravenna e Cardinale.
L’ing. Giacomo (m. 1898), fratello del cardinale (m. 1901), è l’ultimo ivi sepolto.
Dopo la morte dell’uno e dell’altro l’oratorio passò in proprietà ai fratelli dott. Angelo, dott. Domenico e Bianca, figli di Giacomo i quali nel 1901 ne fecero vendita al loro cugino cav. avv. Giuseppe Tassoni in Bologna, figlio d’una zia paterna”.

A completamento delle notizie storiche possiamo aggiungere i ricordi di un parrocchiano, Carlo Galdini Villa: fino agli anni ’40 del secolo scorso erano in uso, il 13 giugno, la processione e la celebrazione in onore del Santo a cura dei giovani della parrocchia. La seconda guerra mondiale cambiò tutto: i giovani furono costretti a partire come soldati.
L’evento bellico provocò lutti in molte famiglie, il momento più drammatico fu negli ultimi mesi del 1944 fino alla liberazione del 12 aprile 1945: in molte case erano presenti i tedeschi e si era sotto continui bombardamenti da parte degli Alleati attestati lungo la Linea Gotica. In questo periodo la zona sepolcrale sita nell’oratorio venne usata come nascondiglio per il grano affinché i soldati tedeschi in ritirata non lo requisissero. I bombardamenti non lasciarono indenne l’oratorio: il tetto fu gravemente danneggato e, finita la guerra, l’ingegnere Francesco Tassoni ne curò il restauro, ma l’edificio non venne più utilizzato.
Nel 2018, su interessamento del parroco don Marco Bassi e della Comunità del Borello e grazie alla disponibilità dei proprietari si è ripreso nuovamente a celebrare la Santa Messa annuale in onore di S.
Antonio; ciò ha destato molto interesse nei parrocchiani più adulti che ricordavano le celebrazioni che vi si svolgevano. In questi ultimi anni i proprietari hanno fatto eseguire un accurato restauro per preservare questa piccola chiesa.

Aggiornamento luglio 2024. Per onorare Sant’Antonio da Padova, rinnovare la devozione che la comunità di San Cristoforo di Borello gli ha dimostrato negli anni come protettore dei giovani della Parrocchia e grazie all’ospitalità dei proprietari, sabato 13 luglio 2024 alle ore 19,00 sarà celebrata la Santa Messa nell’Oratorio Galeati.
Nota storica: 170 anni fa, il 21 settembre 1844 Sebastiano Galeati (Imola, 8 febbraio 1822–Ravenna, 25 gennaio 1901) fu consacrato Sacerdote dal Vescovo di Imola Giovanni Maria Mastai Ferretti (futuro Papa Pio IX) e celebrò la sua prima Santa Messa proprio in questo Oratorio; proseguì gli studi ecclesiali a Roma, ricoprì importanti incarichi in questa Diocesi, venne nominato da Papa Leone XIII Vescovo della Diocesi di Macerata e Tolentino il 4 agosto 1881, fu poi promosso alla sede metropolitana di Ravenna il 23 maggio 1887 e creato Cardinale il 23 giugno 1890.

Fotografie scattate da Francesco Minarini in occasione della Messa celebrata il 16 luglio 2022

Fotografie scattate da Maura Galdini Villa in occasione della Messa celebrata il 15 luglio 2023