La Storia di Castel Bolognese da 20 anni sul web… Storia di un sito di storia locale
di Andrea Soglia
Correva l’anno 2000, ed era aprile. C’era ancora la lira, e internet, almeno in Italia, doveva ancora affermarsi. Oggi è piuttosto facile ritagliarsi sul web una fetta di spazio e aprire un sito, mentre allora non era affatto scontato e tanti siti, anche istituzionali, sono arrivati diverso tempo dopo. Al sottoscritto venne l’idea di dedicare un sito sulla storia di Castel Bolognese, forte di una vecchia passione per la materia e di pochi rudimenti di html. Coinvolsi l’amico di sempre Lorenzo Presutti che, in modo più convinto di me, faceva parte di un Comitato locale per il recupero e la tutela dei beni architettonici e ambientali (dissoltosi non molto tempo dopo) e decidemmo di portarne avanti le istanze, puntando sul salvataggio del Molino Scodellino e sul recupero della memoria della Torre Civica. Ben presto alle prime pagine se ne aggiunsero altre, e digitalizzammo articoli di vario tipo, pubblicammo biografie di personaggi, ecc. L’accoglienza degli altri castellani appassionati di storia locale fu calorosa. Paolo Grandi iniziò a mandarci tanti suoi articoli, editi e inediti, e da allora non ha mai smesso e continua a collaborare assiduamente. Stefano Borghesi (quanto ci manca!), collaboratore di Sette Sere e del Nuovo Diario Messaggero, ci dedicò vari articoli, e di questo gli sono grato oggi più di allora, perché essi consentono di documentare l’esistenza del sito sin da subito. Il primo indirizzo fu: http://www.geocities.com/castelbolognese. Eravamo “andati” fino negli Stati Uniti per trovare uno spazio gratuito adeguato.
Nel 2001, su imbeccata di Fabio Montini, un amico esperto di informatica, la decisione del grande passo: l’acquisto di un dominio e di uno spazio web autonomo. Da settembre 2001 l’indirizzo era ed è https://www.castelbolognese.org, un sito quasi istituzionale ma indipendente, basato sul puro volontariato e senza alcuna traccia di pubblicità, né allora né oggi: non ho mai voluto guadagnarci alcunché, nemmeno per coprire le piccole spese annuali per mantenere aperto il sito. A conti fatti, dopo quasi 20 anni, sono comunque 500 euro a fondo perduto spesi per la comunità… più uno scanner bruciato ed un altro sfruttatissimo, senza calcolare le migliaia di ore spese, non solo dal sottoscritto, in digitalizzazioni di testi e fotografie e per la creazione, da molti anni a questa parte, di testi scritti appositamente per il sito, trasformato in una vera e propria biblioteca online sulla storia di Castel Bolognese. Oramai sono state pubblicate oltre 500 pagine e oltre 3000 immagini, spesso provenienti da archivi privati, con un lavoro a monte, che ha visto coinvolte tante persone, pressoché invisibile e per questo motivo difficilmente apprezzabile dai più. Un sentito grazie a tutti coloro che hanno messo a disposizione anche la più piccola cosa per il sito, e fra essi citiamo in particolare Valentino Donati, Pier Paolo Sangiorgi e la famiglia Bruni-Liverani-Cavallazzi che hanno ripetutamente concesso per la pubblicazione loro scritti e documenti provenienti dai loro archivi storici.
Fino al 2013 non c’è mai stata un’evoluzione tecnica del sito: era stata fatta la scelta di privilegiare l’aggiornamento dei contenuti a discapito della qualità estetica ed informatica. L’intenzione di rinnovare, però, era stata manifestata sulla vecchia pagina di presentazione del sito e il tacito appello alla collaborazione è stato colto da Carlo Zuffa, affezionato lettore del sito e appassionato di storia castellana, che in quell’anno si è offerto di ridisegnare il sito e di riorganizzarne tutti i contenuti, mettendo gratuitamente a disposizione della collettività le competenze di chi, come lui, opera professionalmente nel settore della creazione di siti web. In un anno di lavoro Carlo ha trasferito tutto il sito su una piattaforma CMS (Content Management System, ossia Sistema di gestione dei contenuti) utilizzata soprattutto per siti di grandi dimensioni, che richiedono frequenti aggiornamenti e aggiustamenti in corso d’opera. La cosa più importante di tutta questa operazione è che il sito, dal settembre 2014 online nella nuova veste, è diventato completamente ottimizzato per dispositivi mobili (smartphone e tablet), raggiungendo così anche chi, soprattutto fra i giovani, si è staccato dai computer. E Carlo Zuffa, da ringraziare doppiamente, è sempre presente per l’ordinaria amministrazione che comporta aggiornamenti del software di gestione, il fondamentale salvataggio periodico dei dati e le consulenze di cui ho bisogno.
A conclusione di questo excursus storico è giusto dare rilievo anche ad altre due tappe fondamentali della storia di questo progetto. Nel luglio 2011 è stata aperta dal sottoscritto la pagina facebook “Storia di Castel Bolognese“, che richiede non poco impegno e che viene utilizzata per divulgare maggiormente ogni nuova pagina del sito, per riproporre vecchi articoli e anche per pubblicare al volo notizie di vario genere che non è possibile dare sul sito con la stessa incisività. Nel settembre 2017 è stato aperto il canale youtube, sempre denominato “Storia di Castel Bolognese“, dove sono disponibili alcuni brevi filmati e una trentina di rare registrazioni audio derivate dalla digitalizzazione di alcune vecchie audiocassette, veri pezzi unici destinati ad un sicuro deterioramento.
Quanto durerà questa “avventura”? 20 anni sono già tantissimi e il sito è considerato, erroneamente, alla stregua di un’istituzione: tanti danno per scontato che ci sarà sempre, ma così non potrà essere… e non mi sbilancio in promesse di alcun tipo sulla sua vita futura. Penso che il traguardo raggiunto sia notevole e che il lavoro svolto sia di elevata qualità, come testimoniano le buone parole spese fuori dal nostro paese rilevabili sia negli apprezzamenti di vario tipo espressi da stimati studiosi sia in due articoli scritti senza alcuna sollecitazione dal Nuovo Diario Messaggero nell’aprile 2018 e dal blog del Master di Comunicazione Storica dell’Università di Bologna nel 2016. Con le parole del titolo di quest’ultimo articolo, che ha ripagato in parte i tanti sforzi non solo miei, chiudo l’autocelebrazione (a cui seguono immagini e testi raccolti per l’occasione e che documentano la storia del sito), che spero mi (ci) venga perdonata: “anche un piccolo paese può fare Storia“.
10 aprile 2020