Il Monastero delle Ginnasie in Roma
In un’ala del suo palazzo romano di Via delle Botteghe Oscure il cardinale Ginnasi ottenne da Urbano VIII, con bolla del 19 giugno 1635, il permesso di fondare un monastero detto del Corpus Domini, ove potessero entrare ventisette zitelle di specchiati costumi, che professassero i voti sotto la regola di Santa Teresa, non permettendo che portassero dote o contributo, in quanto lo stesso Cardinale provvide a dotarlo di un contributo annuo per il suo sostentamento. Nella Bolla Pontificia di edificazione del Monastero Caterina Ginnasi ne risulta ispiratrice, per essere quello nato “a suo intuito e contemplaitone”, così come sue furono le regole della vita monastica, ufficialmente dettate dallo Zio.
Fu di grande decoro ed onore di questo Monastero l’ingresso della principessa Camilla Orsini Borghese nel suo stato vedovile, che rinunciò ad ogni titolo, casa, decoro per ivi ritirarsi in un’umile cella; vi rimase tre anni e, partendo per fondare un grande monastero sull’Esquilino, lasciò alle consorelle del Corpus Domini 3.000 scudi ed un tesoro di esempi di cristiana pietà.
Donna Eleonora Boncompagni, moglie del principe Giovanni Battista Borghese, portò sempre un grande affetto per il Monastero del Corpus Domini: non vestì l’abito, ma volle che, da morta, il suo cadavere fosse vestito con l’abito delle suore teresiane, che istituì sue eredi, e fosse esposto senza pompa in terra con due torce nella Chiesa di Santa Lucia alle Botteghe Oscure, ove fu sepolta.
Domenico Ginnasi dotò il monastero di sicuro patrimonio sul quale sostentarsi, oculatamente amministrato da Caterina, il cui ruolo non fu certo passivo. Il convento venne poi trasferito presso la Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro sotto il pontificato di Benedetto XIV (Prospero Lambertini 1740-1758).
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